Stipendi ai condannati, il legale di Marcianò: «Non un soldo al mio assistito» (VIDEO)

Il presunto mandante dell'omicidio Fortugno era stato accusato di aver indebitamente ricevuto emolumenti dall'Asp di Reggio Calabria nonostante la condanna in via definitiva
di Redazione
7 febbraio 2018
20:33

Alessandro Marcianò, l'ex caposala dell'ospedale di Locri condannato in via definitiva come mandante dell'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Franco Fortugno, non avrebbe percepito illecitamente stipendi dall'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Ad affermarlo, in una nota, il suo legale, l'avvocato Pino Mammoliti. «La notizia relativa al pagamento dello stipendio di Sandro Marcianò nonostante l'avvenuta condanna, per il momento in via definitiva - scrive in Mammoliti- ha suscitato forte ilarità.

 


Il direttore generale dell'Asp di Reggio Calabria, Giacomino Brancati, e Maria Grazia Laganà, vedova Fortugno, manifestavano, urbi et orbi, indignazione poiché, a loro dire, il caposala Marcianò, già condannato in via definitiva, non essendo più percettore di stipendio dal novembre 2015, risultava in qualche modo, non si sa quale, dipendente ospedaliero con tanto di retribuzione senza tuttavia spiegare, quando e soprattutto come, mantenesse tale status. Niente di quanto detto è vero».

 

Il legale ha chiarito che Marcianò ha percepito, il 50% dello stipendio, l'assegno alimentare, fino a quando previsto dalla legge. «Tra l'altro - ha aggiunto Mammoliti - l'Azienda sanitaria era parte civile nel processo, come è possibile che sia accaduto ciò che dice Brancati? L'Asp- conclude -ha anche negato la riassunzione dopo che a Marcianò la Cassazione aveva annullato la prima sentenza di condanna ed era libero».

 

 

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