Memoria viva

Gioia Tauro omaggia le vittime della strage del treno: l’attentato del 22 luglio 1970 costò la vita a sei persone

Due distinte cerimonie per ricordare quanto accaduto 54 anni fa. Il sindaco Scarcella: «La violenza non conosce schieramento politico». Anpi, Cgil: «Un massacro che rientrava nella Strategia della tensione»

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di Giuseppe Mancini
22 luglio 2024
13:00

In occasione del cinquantaquattresimo anniversario del terribile deragliamento del treno Freccia sud (Siracusa -Torino), avvenuto nei pressi della stazione di Gioia Tauro, in cui persero la vita 6 persone e 70 rimasero ferite, presso il primo binario della stazione ferroviaria della città del porto, sono stati commemorati i caduti. Due distinte cerimonie hanno reso omaggio alle vittime di quel maledetto 22 luglio dell'anno 1970.

Due cerimonie

L’amministrazione comunale gioiese, guidata da Simona Scarcella, ha deposto simbolicamente una corona di alloro in ricordo del tragico giorno, alla presenza di autorità militari, civili e religiose, e anche di alcune persone che in quei concitati momenti parteciparono ai soccorsi. Poco più tardi, una delegazione dell’Anpi Area Metropolitana Reggio Calabria, insieme alla Cgil e alla Filt Cgil Area Metropolitana Reggio Calabria, hanno ricordato la strage con una commemorazione nella piazzola interna della fermata ferroviaria.


Nel ricordo delle vittime

L’incidente, avvenuto cinquantaquattro anni fa, provocò la morte di sei persone: Rita Cacicia, Rosa Fassari, Andrea Gangemi, Nicoletta Mazzocchio, Letizia Concetta Palumbo e Adriana Maria Vassallo. Erano tutti pellegrini diretti in preghiera a Lourdes.Le indagini, in un primo momento, optarono per un cedimento strutturale di un carrello del treno; poi a negligenza umana. Solo dopo diversi anni è stato accertato che si trattava di un attentato dinamitardo organizzato nella cornice dei moti verificatisi a Reggio Calabria.

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Contro ogni estremismo

«Siamo qua, non per ricordare dei numeri e dei nomi, bensì delle persone che hanno reso l’anima a Dio nella nostra città – ha dichiarato il sindaco di Gioia Tauro Simona Scarcella -. Hanno perso la vita a causa della violenza cieca che non conosce schieramento politico. Da qualsiasi forma di estremismo, destra o sinistra, essa provenga, va combattuta con forza sia dalle forze dell’ordine sia dalla società civile. La nostra presenza è per dire no ad ogni forma di violenza e per far sì che i giovani ricordino». L’amministrazione comunale di concerto con l’assessorato alla pubblica istruzione ha deciso di istituire borse di studio che verranno date ai ragazzi di tutte le scuole, con in oggetto il contrasto alle forme di violenza terroristica.

La strategia della tensione

La lotta nel territorio per dar voce e non dimenticare questa tipologia di avvenimenti ha indotto l’Anpi Area Metropolitana Reggio Calabria, insieme alla Cgil e alla Filt Cgil Area Metropolitana Reggio Calabria, a svolgere una commemorazione delle vittime. Molte le delegazioni che hanno preso parte alla cerimonia. «Una Strage che rientrava nella Strategia della tensione, infatti, un anno dopo, a Milano ci fu la Strage di Piazza Fontana e prima ancora quelle di Brescia, del treno Italicus, e della stazione di Bologna – scrive in un comunicato l’Anpi -. Come sappiamo, i 6 morti di Gioia Tauro sono vittime degli stessi Moti iniziati nel 1969 a Reggio Calabria a causa della designazione di Catanzaro a capoluogo di Regione. La Città dello Stretto rivendicava il diritto di essere capoluogo di regione, con ogni mezzo e a ogni costo. Durante le manifestazioni, componenti della criminalità organizzata collegati a frange dell’estremismo di destra, avevano ideato e organizzato azioni dirette a colpire le vie di comunicazione e gli elettrodotti. Intendiamo non dimenticare quelle vittime innocenti uccise dalla commistione tra l’eversione nera e la ’ndrangheta che proprio in quegli anni diventava forza economica e classe dirigente».

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