Ritorno in classe

Scuole al via anche in Calabria: prima campanella ovunque tranne che a Reggio dove si inizia il 19 settembre

Nella città dello Stretto partenza rimandata visti i festeggiamenti per la Madonna della Consolazione. Il rientro in classe apre un'analisi anche sui giovani che scelgono di abbandonare gli studi, in Calabria il tasso di abbandono scolastico sfiora il 12%

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di Redazione Attualità
16 settembre 2024
06:14

Prima campanella oggi, 16 settembre, anche per circa 250mila studenti calabresi. Insieme ad Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana, la Calabria è l’ultima regione in cui si rientra in classe. Altrove, infatti, le lezioni sono già iniziate a partire dal 5 settembre.

Una giornata di grandi emozioni per tantissimi bambini e ragazzi dunque, che dopo la pausa estiva tornano sui banchi tra studio, amicizie e sogni. Emozioni rimandate di qualche giorno solo per gli studenti della città di Reggio Calabria, dove la prima campanella è attesa per giovedì 19. Con propria ordinanza, infatti, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha deciso di sospendere le lezioni per tre giorni, in concomitanza dei festeggiamenti per la Madonna della Consolazione.


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Il calendario scolastico

In Calabria la scuola durerà fino al 7 giugno 2025, come previsto dal calendario scolastico approvato dalla Regione nello scorso aprile.

Nello specifico saranno 202 il totale delle giornate di lezioni obbligatorie previste dal calendario regionale. Tenendo conto dei giorni di festività nazionali previste dal Ministero dell’istruzione e del merito per tutte le scuole di ogni ordine e grado, le attività didattiche non si svolgeranno sabato 2 novembre 2024, commemorazione dei defunti, da lunedì 23 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025, vacanze di Natale, da giovedì 17 a martedì 22 aprile 2025, vacanze di Pasqua, sabato 26 aprile 2025, interfestivo, da venerdì 2 a sabato 3 maggio 2025, interfestivi.

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L’abbandono della scuola, i dati

La ripartenza delle scuole apre un’analisi anche sui tanti ragazzi che lasciano gli studi.  Sono ben 431mila in Italia i giovani tra i 18 e i 24 anni che nel 2023 hanno dichiarato di aver abbandonato prematuramente la scuola; al più hanno conseguito la licenza di terza media, ma successivamente non hanno concluso nemmeno un corso di formazione professionale e non frequentano alcun corso scolastico o formativo. Il dato è emerso dall'elaborazione compiuta dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) su dati Eurostat e Istat. Tra i 20 Paesi dell'Eurozona l'Italia e Cipro sono al terzo posto con un tasso di abbandono del 10,5% sulla popolazione corrispondente. Spagna, con il 13,7% e Germania con il 12,8% presentano un risultato peggiore. La media dell'Area Euro si è attestata al 9,8%.
 

Tasso di abbandono all’11,8% in Calabria

La regione maggiormente in difficoltà è la Sardegna, che nel 2023 ha registrato un tasso di abbandono scolastico del 17,3%. Seguono la Sicilia con il 17,1%, poi, a sorpresa, la Provincia di Bolzano con il 16,2%. Subito dopo la Campania con il 16%, la Puglia con il 12,8% e la Calabria con l'11,8%. In termini assoluti il maggior numero di giovani che hanno lasciato la scuola prematuramente è in Campania con 72mila unità; seguono la Sicilia (62mila), la Lombardia (53mila) e la Puglia (38mila). Rispetto al 2019 la variazione percentuale del tasso di abbandono è in calo in quasi tutte le regioni; le uniche con un incremento sono la Liguria con +0,5%, il Veneto e la Provincia Autonoma di Trento entrambi con +1,5% e Bolzano con il +4,6%.

La scelta delle scuole

Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione e del Merito, nello scorso anno scolastico 2023/2024 gli alunni iscritti nelle scuole statali secondarie di II grado erano 2.631.879. Di questi, il 51,4% frequentava un liceo, il 31,7% un istituto tecnico e il 16,9% un istituto professionale. A livello regionale, la situazione è di segno opposto nelle realtà territoriali dove le attività produttive sono più diffuse e competitive rispetto al resto del Paese. In Veneto l'incidenza percentuale degli alunni negli istituti tecnici e professionali è del 56,9%, in Emilia Romagna del 56% e in Lombardia del 52,4%.
Ad eccezione della Puglia (50,3%), in tutte le altre regioni del Centrosud la scelta di iscriversi a un liceo è stata superiore a quella fatta di natura tecnico/professionale.

 

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