Oltre le sbarre

Reggio, nel carcere di Arghillà la lettura come spazio di libertà: anche d’estate proseguono i laboratori per i detenuti

VIDEO | Paola Schipani e Romina Arena raccontano l’esperienza del loro servizio che non si è fermato neanche durante il periodo di vacanze

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di Anna Foti
26 agosto 2024
21:15

«Quando “fuori” si va in ferie, come quando ricorrono le festività, la nostra attività è ancora più di sostegno perché chi vive ristretto fa molta più fatica». Paola Schipani e Romina Arena da dieci anni ogni settimana coordinano il laboratorio di lettura nel carcere di Arghillà a Reggio Calabria.

«Non abbiamo voluto lasciare chi costantemente conosce il vuoto della lontananza e dell'isolamento. Un vuoto che in carcere si amplifica. Così, nonostante il periodo di vacanza ci siamo organizzati per presenziare settimanalmente. Quando una persona ritrova una parola che ad un certo punto della sua vita aveva smesso di pronunciare o conosce una parola nuova, ecco per noi quello è un traguardo pieno di nuove opportunità come quella di ritrovare un sentimento o di intravedere una possibilità di immaginare, di liberare la propria fantasia.


Il testo che leggiamo in carcere è un pretesto per far accadere la cosa per noi più importante: fare precipitare nel centro del cerchio il vissuto delle persone che lo compongono, ossia i detenuti. Come si può immaginare di interrompere questo percorso?».

Questa la testimonianza di Paola Schipani volontaria in carcere da vent'anni e che da dieci, con l'educatrice alla lettura consapevole Romina Arena, conduce ogni settimana due laboratori di lettura, uno per il gruppo della sezione di media sicurezza e l'altro per il gruppo della sezione dei protetti del carcere di Arghillà di Reggio Calabria.  La loro attività non si è fermata in queste vacanze. Continua a leggere su IlReggino.it.

Giornalista
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