Amore eterno

Malato terminale si sposa in ospedale prima di morire, la moglie crotonese: «Gli ho promesso che ai bambini ci penserò io»

Le nozze al Core di Reggio Emilia, tre giorni fa il decesso. Il coraggio della compagna, Valentina, 33 anni: «Un giorno ci ritroveremo per stare insieme per sempre nell'altro mondo dove ora sono sicura ci sia la sua anima, finalmente in pace»

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di Redazione Attualità
1 settembre 2024
11:12

Si è sposato in ospedale prima di morire. È la storia di Giovanni Visone, 39 anni, che da malato terminale ha voluto coronare il suo sogno d'amore con la sua Valentina Caporale, 33 anni.
Il matrimonio - come racconta oggi il Resto del Carlino di Reggio Emilia - è stato celebrato tre mesi fa al Core, il centro oncologico del capoluogo reggiano dove l'uomo si trovava ricoverato da marzo scorso dopo aver scoperto di essere affetto da un male incurabile.
Il 39enne è morto giovedì scorso. «I nostri wedding planner sono stati gli infermieri», racconta Valentina. L'ex assessore Daniele Marchi ha officiato il rito civile nell'ufficio del primario. Nel corridoio poi hanno festeggiato attorniati da una cerchia ristretta di amici e dai medici, col taglio della torta su una scrivania adibita a tavolo nuziale con tanto di fiori e addobbi improvvisati su un attaccapanni.
Gianni, nonostante le poche forze dovute alla malattia e alle terapie lo avessero costretto in sedia a rotelle, ha detto sì a Valentina davanti ai loro tre figli Bianca, 20 anni, Cristian, 11 e Alessio di 9.
«Non volevamo che il nostro amore potesse essere cancellato dalla morte. Durerà per sempre, fino all'eternità, anche nella prossima vita dove saremo di nuovo insieme - racconta - Eravamo emozionatissimi».
Gianni, campano d'origine, ma nato a Reggio Emilia e Valentina, nata a Crotone, si sono conosciuti nel 2011. Sei mesi fa la diagnosi di un tumore allo stomaco per lui. «Sapevo che gli restava poco – sospira Valentina – ma ho sempre detto ai medici di dargli una speranza di poter guarire. Anche perché lui adorava la vita, era una persona molto socievole, generosa. Pensavo potesse vivere ancora qualche mesetto, ma giovedì quando abbiamo capito che era arrivato il momento di salutarci, ci siamo stretti la mano. Gli ho promesso che ai bambini ci penserò io e che un giorno ci ritroveremo per stare insieme per sempre nell'altro mondo dove ora sono sicura ci sia la sua anima, finalmente in pace».

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