Locri, concluso il braccio di ferro: i reperti contesi tornano a casa

VIDEO | Termina il tira e molla istituzionale tra l’amministrazione comunale e il museo di Reggio. Il sindaco Calabrese esulta: «Un'altra battaglia vinta»

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di Ilario  Balì
20 dicembre 2018
16:41
Un’ala del museo di Locri
Un’ala del museo di Locri

Un bel regalo di Natale per Locri ma non solo. I contesi reperti archeologici rinvenuti nell’area del tempio di Marasà sono stati infatti riportati a casa e da domani saranno esposti presso il Museo cittadino di Palazzo Nieddu. Un risultato ottenuto dopo un faticoso percorso e un lungo tira e molla istituzionale tra l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Calabrese e il direttore del museo di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, per ottenere ciò che la storia ha lasciato alla città.


Per l’area museale locrese sono stati spesi oltre 2 milioni di euro di ristrutturazione, ma per quasi un anno le teche sono rimaste vuote. Volendo usare una metafora tipica del linguaggio del calciomercato, sui reperti non pende nessun diritto o obbligo di riscatto. Anfore, gioielli e vari ritrovamenti di epoca magnogreca sono tornati per restare a Locri.


 

«Un'altra battaglia vinta – ha espresso il sindaco Giovanni Calabrese - I nostri reperti archeologici, che senza motivo venivano "tenuti in ostaggio" presso il Museo di Reggio Calabria, sono stati finalmente "liberati" e sono stati consegnati. Abbiamo lottato, con convinzione e determinazione, per riprenderci ciò che la storia ci aveva lasciato. Per quel che ci riguarda – ha proseguito il primo cittadino - non è finita qui. Continueremo la nostra lotta per riprenderci tutto ciò che appartiene alla storia della nostra città».

Giornalista
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