Il focus

In Calabria scuole poco sicure contro il rischio sismico: solo il 20% rispetta i livelli previsti dalla normativa

La nostra regione è quella che presenta il maggior numero di edifici in zona 1, ossia con la maggiore pericolosità legata ai terremoti. Ciononostante soltanto una piccola percentuale risulta adeguata a fronteggiare l'emergenza, secondo i dati diffusi da Cittadinanzattiva

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di Mariassunta Veneziano
26 settembre 2024
06:14

Scuole (poco) sicure. Il XXII Rapporto di Cittadinanzattiva offre un quadro dello stato degli edifici dedicati all'insegnamento in Italia, fotografando la situazione regione per regione.

Dalle certificazioni di agibilità e prevenzione incendi alla presenza di impianti di riscaldamento e ventilazione. Fino alla sicurezza antisismica. E se i dati non sono confortanti per quanto riguarda i primi punti elencati, ancora meno lo sono per quest’ultimo.


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La (bassa) sicurezza antisismica

A livello nazionale, riporta infatti Cittadinanzattiva, «gli edifici scolastici adeguati sismicamente sono 1.292 pari al 3% del totale, quelli migliorati sismicamente 1230 (3%), quelli progettati secondo la normativa tecnica antisismica sono 4.611 (11%). Le percentuali degli edifici migliorati e adeguati sismicamente rappresentano una percentuale minima (3%) con un leggero scostamento rispetto all’anno 2021-2022 in cui tale valore rappresentava il 2%. La situazione è più incoraggiante per quanto riguarda gli edifici progettati secondo la normativa antisismica che sono 4.611, l’11,4% del totale, e in aumento significativo rispetto all’anno 2021-2022 in cui erano 2.740 (7%)».

Ed ecco il dato calabrese. Sui 2.113 edifici indicati nel report 175, pari all’8,2%, sono stati destinatari di interventi di adeguamento sismico; 28 (1,3%) hanno avuto un miglioramento sismico; 259 (12,2%) sono stati progettati secondo la normativa antisismica.

Vale la pena chiarire il significato di questi dati. Si spiega nel report: «Vengono definiti interventi di adeguamento sismico quelli volti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle norme vigenti per edifici di nuova costruzione. Vengono, invece, definiti interventi di miglioramento sismico quelli volti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle norme suddette».

E ancora: «Progettare e costruire secondo la normativa antisismica “significa rispettare le Norme tecniche obbligatorie che devono essere applicate nei territori classificati sismici quando si realizza una nuova costruzione o quando si migliora una costruzione già esistente. Costruire rispettando le norme antisismiche significa garantire la protezione dell’edificio dagli effetti del terremoto. In questo caso, infatti, un edificio antisismico può subire danni, ma non crollare, salvaguardando la vita dei suoi abitanti”».

Tra le regioni italiane, la Calabria è quella che presenta il maggior numero di edifici scolastici in zona 1, ossia la zona di massima pericolosità dal punto di vista sismico: sono 1.286. Il resto si trova in zona 2 (864).

A livello nazionale, evidenzia Cittadinanzattiva, 4.300.000 tra bambini e ragazzi risiedono in comuni classificati in queste due zone: «Se si confrontano tali dati con il numero di edifici scolastici migliorati o adeguati sismicamente o costruiti secondo la normativa sismica, il quadro appare estremamente preoccupante».

Meno drammatici i dati sulla presenza negli edifici del Documento di valutazione dei rischi (65,8% in Calabria) e del Piano di evacuazione (68,1%).

I crolli

Come ogni anno, il rapporto presenta poi la triste rassegna dei crolli. «Quest’anno quelli avvenuti tra settembre 2023 e settembre 2024 sono stati 69, numero mai raggiunto negli ultimi 7 anni, di cui 28 nelle regioni del Sud e nelle Isole (40,5%), stesso numero,28, in quelle del Nord (40,5%), 13 nelle regioni del Centro (19%). Tali episodi hanno provocato il ferimento di 9 studenti e studentesse, 3 docenti, 2 collaboratori scolastici, 1 educatrice, 4 operai».

Due quelli registrati in Calabria. Quello più recente a Mileto, il 28 giugno scorso, dove è crollato il solaio nell’androne della scuola elementare “Giuseppe Morabito” (ricadente nell’Istituto comprensivo “Enotrio Pugliese” di San Calogero). Fortunatamente all’interno non era presente nessuno, essendo già finite le lezioni per la pausa estiva. «Le perplessità – si legge nel report – sono enormi perché l’edificio, alla metà del ‘900, è stato oggetto di lavori di adeguamento sismico che, qualche anno addietro, hanno interessato il piano terra e circa un decennio fa la parte dell’edificio coinvolta nel crollo».

Qualche mese prima, l'8 gennaio, il crollo del controsoffitto nella scuola dell’infanzia Collodi-Dionesalvi di Cosenza. Durante la precedente primavera una tromba d’aria aveva divelto il tetto, poi ripristinato.

«Le cause – commenta Cittadinanzattiva – sono in gran parte da ravvisare nella vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, nell’assenza o carenza di manutenzione, nella riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti, nella mancanza di tempestività nell’intervenire».

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