A basso costo

Quando in Calabria vince la convenienza, il caso dei bar all’ombra dell’abbazia di San Giovanni in Fiore

Mentre altrove chiedono addirittura 3 euro in più per ogni piatto vuoto, qui ci sono imprese e attività che cercano di andare incontro alla famiglie. La testimonianza di due turisti

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di Franco Laratta
18 agosto 2024
09:50

«La Calabria vince se resta conveniente, se riesce a contenere i prezzi. In Italia ormai è impossibile andare in vacanza, nel sud va un po’ meglio, in Calabria molto di più, tranne alcune zone di mare. Ma voi potete resistere dando a noi la possibilità di risparmiare, tenendo conto del lungo viaggio che siamo costretti ad affrontare». Sono due giovani turisti che ogni anno vengono dalla Lombardia, perché innamorati della Calabria, sia dei suoi mari che delle sue montagne. Raccontano di opportunità e convenienze, ma anche di qualche nota stonata.

Loro hanno perfettamente ragione quando dicono che è necessario rendere conveniente un viaggio così lungo. «Occorre tenere anche conto che carburanti rimangono sempre vicini a quota due euro, cosa che soltanto un paio di anni fa sembrava impossibile accettare».


Rendere quindi conveniente la vacanza in Calabria è indispensabile, perché tutti danno per scontate le sue bellezze naturali e paesaggistiche, come l’accoglienza della gente, la genuinità della sua cucina, la storia, la cultura e le tradizioni di ogni borgo sia di mare che di montagna.
Con la coppia di turisti decidiamo di fare una prova. Trovandosi in visita all’abbazia Florense di San Giovanni in Fiore vicino al Ferragosto, decidiamo di fermarci a uno dei bar che si affacciano sul sagrato dello splendido monumento gioachimita.
I bar della zona hanno i tavolini a ridosso del sagrato, per cui sembra di toccare con mano l’abbazia e la sua straordinaria storia. Monumentale, superba nella sua straordinaria semplicità, riportata alle sue origini, dove tutto è nuda pietra, grandezza, maestosità, ma nella più assoluta e primitiva essenzialità.
I turisti la ammirano incantati.

Un tavolino del bar è libero, sono tre le sedie disponibili, un ragazzo molto gentile prende la comanda, e dopo una decina di minuti arrivano le ordinazioni: un cappuccino, un caffè, un caffè macchiato in vetro. Dell’acqua. La qualità è ottima. Il costo lo vedete nello scontrino: sembra quasi impossibile al giorno d’oggi. Ma quello che vale molto molto di più è che i titolari del piccolo bar non tengono affatto in considerazione il tempo passato a quel tavolino, ammirando un luogo meraviglioso, antico: siamo rimasti seduti a chiacchierare per circa un’ora. Un’ora seduti con solo quelle consumazioni. Senza che nessuno venisse a insistere per continuare a ordinare.
Sono cose che non hanno prezzo, che in Calabria sono molto diffuse, che tanti bar mantengono, senza nemmeno prevedere una percentuale per il servizio.
Abbiamo speso 3,70 € per le consumazioni, e nulla ha pesato di più.

«Ecco vedi questa è la sfida che può vincere la Calabria e solo la Calabria, perché noi, che amiamo molto viaggiare, un prezzo così non lo troviamo da nessuna parte, e per la memoria che io posso avere, in qualunque altra città italiana bisogna calcolare il doppio o il triplo».

Mentre altrove scoppiano le polemiche come quella recente di Ortisei dove addirittura sono stati pagati tre euro in più per ogni piatto vuoto, qui la prova è stata superata. Ad Antonio il barista lo abbiamo detto dopo, e ha molto apprezzato. Ci ha anche confermato che: «Noi comunque facciamo sempre questi prezzi, perché crediamo sia giusto apparire ed essere convenienti, soprattutto oggi che le famiglie non si possono permettere nemmeno una vacanza, perché tutto è veramente troppo caro».

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