La Calabria e la difesa del suolo in un seminario all'Università della Calabria

Organizzato dal professor Versace, ha fatto registrare l'intervento, tra gli altri, dell'assessore regionale Russo e di Carlo Tansi, dirigente della Protezione Civile
di Salvatore Bruno
2 marzo 2017
13:37

Terra ballerina la Calabria, soggetta al rischio di catastrofi da alluvioni e terremoti. La prevenzione è il sistema più efficace per evitare che le calamità naturali possano causare danni ingenti o, peggio, la perdita di vite umane. In questa direzione l'amministrazione regionale ha avviato da tempo un percorso virtuoso di conoscenza del territorio, intervenendo nella riorganizzazione della protezione civile e rinnovando le mappature preesistenti.

 


Il passo successivo è quello di procedere ad interventi strutturali, con la messa in sicurezza dell'alveo dei corsi d'acqua, con l'abbattimento delle opere abusivi e l'adeguamento sismico degli edifici, cominciando da quelli pubblici, dalle scuole, dagli ospedali. Anche di questo si è parlato nel seminario organizzato all'università della Calabria dal professor Pasquale Versace, nell'ambito delle giornate della difesa del suolo, al quale sono intervenuti i dirigenti della protezione civile di Calabria e Basilicata, Carlo Tansi e Donato Viggiano, il professore Salvatore Manfreda e l'assessore regionale al sistema della logistica Francesco Russo.

 

«C'è la consapevolezza del rischio e del fatto che va contrastato – dice l'esponente dell'esecutivo guidato da Mario Oliverio - La prevenzione è al centro dell'attività di questa giunta e dell'amministrazione regionale e spero che presto lo saranno anche al centro dell'attività del consiglio regionale. Abbiamo il dovere di fornire quelle risposte che da tempo i cittadini si aspettano».

 

Perentorio Carlo Tansi: «Chi ha commesso abusi edilizi totali o anche parziali, come le sopraelevazioni per esempio, deve avere il terrore di un terremoto, perché quelle case saranno le prime a crollare. Nel vocabolario della Protezione Civile, inoltre, la parola miglioramento non esiste più. Le strutture non sono migliorabili: o sono adeguate o non sono adeguate sotto l'aspetto sismico. Molti in passato hanno pensato di utilizzare i fondi destinati all'adeguamento sismico per imbiancare pareti, per rifare gli intonaci e per altri interventi che non hanno messo le unità immobiliari al riparo dei danni da terremoto. Non destineremo più un centesimo se non a quegli interventi, a cominciare da quelli necessari sui fabbricati pubblici, penso soprattutto alle scuole, che mettano concretamente al riparo queste costruzioni da crolli in caso di calamità»

Giornalista
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