ARBERIA PLATFORM

L’Arberia, piattaforma per valorizzare e salvare le lingue minoritarie: a Cerzeto il poeta repentista Daniel Cundari

Impronta il suo lavoro poetico sulla salvaguardia dell’identità linguistica. Performer e autore teatrale ha portato il dialetto di Cuti in giro per il mondo

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di Kristal Berlingieri
4 agosto 2024
17:00

L’Arbëria dimostra sempre più resilienza diventando una piattaforma per mettere in evidenza e salvare le altre lingue minoritarie della Calabria. Non solo contribuisce alla preservazione delle lingue minoritarie, ma promuove anche l'integrazione e la coesione sociale. Attraverso la valorizzazione della diversità culturale favorisce il dialogo e la comprensione tra le diverse comunità linguistiche. Questo approccio inclusivo può servire da modello, dimostrando che la diversità linguistica e culturale è una risorsa preziosa da proteggere e valorizzare in Calabria. Cerzeto trasforma le sue grandi occasioni comunitarie ulteriormente, seguendo questa direzione, ospitando il poeta repentista Daniel Cundari che impronta il suo lavoro poetico sulla salvaguardia dell’identità linguistica. Poeta, performer, autore teatrale ha portato il dialetto di Cuti in giro per il mondo.

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Con il suo repentismo ha vinto premi e incrociato intellettuali tra la Spagna e il Sud America e stregato musicisti come Gianna Nannini. È il più giovane vincitore della storia dei premi Lerici Pea, Pericle d’Oro e Genil de Literatura in Spagna, normalmente assegnato a scrittori iberici o latinoamericani. Ospite assiduo dell’Accademia Mondiale della Poesia, ha pubblicato molti libri tra cui: “Il dolore dell’acqua”, “Poesie contro me stesso”, “Nell’incendio e oltre”, “Istruzioni per distruggere il vento”. È precursore e inventore del ‘Repentismo Cutise’, una scienza-spettacolo originata dal canto d’improvviso e basata sull’ineluttabile rapporto dicotomico Uomo-Natura.


Il repentismo è un'arte antica che affonda le sue radici nella tradizione orale. Si tratta di una forma di poesia improvvisata dove il poeta crea versi su due piedi, rispondendo a un tema o a una sfida posta dal pubblico o da un altro poeta. Questa pratica richiede non solo una padronanza della lingua, ma anche una mente agile e una profonda conoscenza delle tradizioni e delle storie locali. Questi dati sembrano l’essenza di quello che ha portato anche la cultura arbëreshe a sopravvivere, un valore che oggi va rilanciato, sottolineato, anche grazie al confronto con gli altri.

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