L’intervista

A Cosenza si celebra il magliocco, il presidente dell’Accademia: «È il vitigno identitario della Calabria»

VIDEO | Al Castello Svevo l'evento alla presenza di docenti universitari e giornalisti enogastronomici. «In Calabria una grandissima tradizione»

di M. CL.
22 ottobre 2024
20:05

Nessuno ha mai pensato a Cosenza come città del vino. Eppure la città dei Bruzi ha una sua particolarità: è una delle poche città dove crescono rigogliosi i vitigni entro le cinte murarie cittadine. È Donnici, frazione di Cosenza, dove ogni anno si svolge la rituale sagra del vino. Per rafforzare ancora di più il concetto l’Accademia del magliocco e dei vitigni autoctoni calabresi, in collaborazione con l’amministrazione comunale ha organizzato un convegno dal titolo “Cosenza città del Magliocco” con autorevoli esponenti dell’enogastronomia, a partire da Paolo Massobrio, ideatore de “Il Golosario” che parlerà di uno dei vitigni più identitari della Calabria. Insieme a lui anche l’antesignano dei giornalisti enogastronomici calabresi, Gianfranco Manfredi e due docenti universitari Silvia Silini e Maria Intrieri

«L’appuntamento - ci ha spiegato il presidente dell’Accademia, Maurizio Rodighiero - è il 23 ottobre alle 17,30 al Castello Svevo. Il magliocco è un vitigno autoctono meridionale che si adatta molto alle temperature, diverse altitudini e che mantiene una ricchezza di profumi e di sapori calabresi, perché la nostra è la regione con la maggiore biodiversità d’Europa».


«La location non è stata scelta a caso perché il castello veglia sulla città e i suoi colli da sempre. Devo ringraziare l’amministrazione che ha creduto subito quanto sia importante collegare le caratteristiche storiche e culturali della città con Donnici. A livello qualitativo la produzione è importante, il magliocco è candidato ad essere vitigno identitario della Calabria anche per trascinare gli altri vitigni. Faremo una presentazione del Magliocco e anche degli altri prodotti identitari che ci fanno conoscere in tutta Italia. Abbiamo una grandissima tradizione in questo, non abbiamo la tradizione di fatti. Tanti piatti, tanti sapori si sono tramandati per tutte le comunità che ci sono in Calabria a partire da quella arbereshe, occitana, grecanica e tante altre».

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