Salvò tre bambini nell’hotel di Rigopiano, è morto il cane eroe Falco

L’addio struggente del suo amico e compagno, il vigile del fuoco Fabrizio Cataudella: «Ti voglio ricordare fiero e palla in bocca. Ora “cerca”»

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di G. D.A.
28 febbraio 2019
10:08
Il cane Falco
Il cane Falco

Salvò la vita a tre bambini, in una trappola di neve e morte. In quel drammatico 18 gennaio 2017, quando una valanga spazzò via vite e sogni di ventinove persone a Rigopiano (Abruzzo), il pastore tedesco Falco dimostrò tutta la sua generosità. La sua scomparsa, epilogo di una malattia degenerativa, ha lasciato un enorme vuoto nella squadra dei vigili del fuoco all’interno della quale operava. Il cane si era ammalato circa un anno fa. Tra le sue ultime imprese: il recupero di Ludovica, Edoardo e Samuel, rimasti incastrati nella sala biliardo dell'hotel travolto dalla slavina.

 


L’addio più struggente, affidato ad un pensiero sui social, è stato quello del suo amico e compagno Fabrizio Cataudella, il vigile del fuoco di Latina che con Falco, per 9 anni, in simbiosi, si è occupato di ricerche e salvataggi di persone. «Sabato mattina lo abbiamo addormentato... - scrive Fabrizio -. Guardarti venirmi incontro, festoso come sempre, ma percepire giorno per giorno il tuo peggioramento ed essere impotente è stato straziante. Mentre scrivo piango, perché forse avrei dovuto farlo prima, ma non trovavo il coraggio per tale gesto. Abbiamo avuto momenti duri in cui potevamo fidarci solo l'uno dell'altro e mi sei sempre stato affianco. Siamo stati operativi in interventi delicati, dove spesso sentivamo addosso la responsabilità di dare una risposta a chi da noi aspettava buone notizie. A volte è successo ed altre invece no…».

 

Un legame saldo, fortificato dalle esperienze comuni: «Abbiamo spesso interagito coi bambini e tu, coi tuoi 38 chili, passeggiavi tra loro, paziente a farti accarezzare. Per te era tutto un gioco e fino all'ultimo giorno mi hai conteso fiero la palla… la tua palla! I tuoi occhi erano la tua voce e so che ti rendevi conto di tutto, ma come sempre hai fatto, amico mio, hai lottato con me. Vorrei scrivere di te, ho mille ricordi, ma il dolore fa troppo male. Ti voglio ricordare con questa foto – conclude il vigile del fuoco - fiero e palla in bocca! Ora "cerca" Falco e attento...che San Pietro s'è nascosto bene. Ciao amico mio e grazie di tutto». 

Giornalista
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