Tropea, un esempio di resilienza e rinascita viene dai volontari

Nella cittadina tirrenica le azioni di un’associazione che si occupa di riqualificazione urbana sono oggetto di ruberie da parte dei soliti ignoti. Vasi e fiori sottratti vengono subito rimpiazzati diventando così un simbolo di ripresa e lotta al degrado

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di Alessandro Stella
14 giugno 2018
14:58

A primo impatto potrebbe sembrare una notiziola da bar. Nel mare magnum dei problemi calabresi, a nessuno potrebbe importare del furto di una pianta. Eppure, quella stessa pianta sta diventando un simbolo per una cittadina e la parte pulita della sua popolazione, quella che si sveglia ogni giorno potendosi guardare allo specchio con la consapevolezza di essere parte attiva di una comunità e di remare nella stessa direzione degli altri. Controcorrente, viste le difficoltà, ma uniti verso un unico obiettivo.


La vicenda prende il via qualche settimana addietro, quando l’associazione Ospitiamo Tropea decide di dare il proprio contributo per risollevare le sorti di un paese alle soglie della decadenza, dopo il commissariamento del Comune per infiltrazioni mafiose e lo stato di abbandono in cui è impantanato.



Le piazzette e i punti panoramici vengono rimessi a nuovo, abbelliti e rinfrescati da un vento di rinascita che trova il consenso di tutti. O quasi. Passano i giorni, a qualcuno il lavoro svolto dai volontari non va a genio, cominciano i sabotaggi. Uno, in particolare, si ripete ciclicamente: le piante che decorano l’affaccio Raf Vallone, tra i punti più fotografati della regione - quello su Santa Maria dell’Isola e la seconda spiaggia più bella d’Italia secondo Tripadvisor - vengono asportate nottetempo dai soliti ignoti.


E non è neppure un caso isolato: già lo scorso anno si erano verificati diversi furti di vasi e fiori nella piazzetta del Cannone, altro punto panoramico riqualificato dai cittadini. Di più: a Tropea neppure i morti vengono lasciati in pace, visto che nel cimitero si registrano quotidianamente sottrazioni di fiori che trovano magicamente collocazione su altre tombe. Insomma, una piccola parte del paese sembra amare la flora, soprattutto quella degli altri.


Eppure, la resilienza dei volontari è esemplare: i vasi che decorano le balconate della città non restano solo dei mucchi di terra desolata, tornano a fiorire ogni giorno. Tutte le volte in cui qualcuno si diverte a danneggiare non l’associazione, non il paese, ma l’immagine intera di una regione e, di conseguenza, anche se stesso, loro sono lì, pronti a rimpiazzare lo sfregio con un nuovo fiore appena sbocciato.


Quella combattuta da Ospitiamo Tropea è una battaglia simbolica che prima o poi incontrerà una fine: continuare a diffondere gemme e passione, finché non sarà il sabotatore a desistere lasciando che sia il bello a trionfare.

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