Legambiente: «Gli ecocriminali non chiedono più, si fanno eleggere»

VIDEO | Il rapporto annuale sul business illegale della mafia ai danni della natura e della salute pubblica. La Calabria tra le quattro regioni ai vertici della classifica nazionale

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di Redazione
30 ottobre 2018
15:39

La Calabria è ai vertici della classifica nazionale per quanto concerne i reati ambientali, preceduta da Puglia, Sicilia e Campania, che però hanno una popolazione residente molto più numerosa.
Nel 2017, in Calabria, sono state accertate 478 infrazioni, con l’esecuzione di 19 arresti. Il dato emerge dal rapporto Ecomafia 2018 presentato da Legambiente all’Università della Calabria.
Dalla ricerca emerge che il Sud continua a detenere, nel suo complesso, il primato nel campo dei reati ambientali con il 44% del totale ascrivibile a quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso: la Campania è la regione in cui si registra il maggior numero di illeciti ambientali (4.382 che rappresentano il 14,6% del totale nazionale), seguita dalla Sicilia (3.178), dalla Puglia (3.119) e dalla Calabria (2.809). Nello specifico si sono registrate 13.488 infrazioni, 13.413 denunce, 207 arresti e 3.699 sequestri.
Dai dati presentati oggi nell'aula magna dell'Unical emerge una forte pervasività delle ecomafie in tutti i settori dell'economia. Il business - secondo quanto contenuto nel rapporto - vale 14,1 miliardi di euro, con un aumento del 9,4% rispetto al 2016, dovuto soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale. Il settore dei rifiuti, infatti, è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24% (per un valore pari a 3,2 miliardi di euro).

 


Infiltrazioni della criminalità nelle istituzioni

«Quello che maggiormente ci preoccupa - ha spiegato Francesco Falcone presidente Legambiente Calabria - è l'infiltrazione nelle istituzioni, e i recenti scioglimenti di Crucoli e Casabona lo dimostrano. Non sono gli ecocriminali che bussano alla porta della politica, ma è la mafia stessa che si fa istituzione, da questo punto di vista riteniamo che debba esserci una forte reazione della società civile. La repressione e il lavoro delle procure e delle forze dell'ordine non bastano. Gli ecocriminali non solo lucrano a danno dell'ambiente, ma soprattutto della salute dei cittadini».
Alla presentazione del rapporto era presente anche il colonello Giorgio Maria Borrelli, comandante regionale Carabinieri Forestali. «Il rapporto ecomafie - ha detto Borrelli - rende una fotografia perfetta di quella che è la situazione. Osserviamo dei fenomeni nuovi, come i roghi di capannoni industriali contenti rifiuti, che riguarda il capitolo dello smaltimento illecito dei rifiuti, e noi cerchiamo in tutti i modi di prevenire ove possibile. Quello che registriamo positivamente è una sempre maggiore consapevolezza e attenzione dei cittadini che ci segnalano illeciti».


Il Premio ambiente e legalità

Introdotta dai saluti del rettore Gino Crisci, la manifestazione ha registrato la presenza tra gli altri, del procuratore Mario Spagnuolo e del presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci. Consegnato il premio Ambiente e Legalità al comandante della stazione carabinieri forestali di Cotronei Salvatore Salerno e gli encomi ai militari che si sono particolarmente distinti nel contrasto alle illegalità. Il rapporto è stato illustrato da Anna Parretta, rappresentante del Centro di Azione Giuridica di Legambiente.
Nel servizio video, il comandante Borrelli fa il punto sull'attività svolta.

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