Invasione di pale

Eolico selvaggio in Calabria, Alecci (Pd) chiede lo stop agli impianti: «Regione terra di conquista per le multinazionali»

Il consigliere regionale deposita una proposta di legge chiedendo il blocco delle autorizzazioni: «Qui si produce più energia di quanta se ne consumi, è diventato un business che distrugge il paesaggio»

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di Redazione Attualità
26 agosto 2024
12:22
Nel riquadro il consigliere regionale del Pd Ernesto Alecci
Nel riquadro il consigliere regionale del Pd Ernesto Alecci

«Continua la mia battaglia contro la diffusione selvaggia degli impianti eolici in Calabria. In tutte le nostre province l'installazione di pale eoliche per la produzione di energia sta deturpando e inquinando in maniera ormai irreparabile paesaggi e scorci di straordinaria bellezza, provocando danni gravissimi alla flora e alla fauna di molti territori. Per questo motivo ho depositato una proposta di legge che intende sospendere qualunque tipo di autorizzazione fin quando non si farà chiarezza in modo completo su quello che sta accadendo in questo settore nella nostra regione».

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Lo scrive, in una nota, Ernesto Alecci, consigliere regionale del Pd, che aggiunge: «Negli ultimi mesi ho studiato molto l'argomento e i dati emersi sono assolutamente inquietanti. Sono, infatti, quasi 450 gli impianti già in funzione in Calabria e più di 150 quelli in fase di autorizzazione. Inserendo graficamente sulla cartina della nostra regione risulta subito evidente che di questo passo i territori non interessati da queste installazioni saranno a breve veramente pochi».


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«Considerando anche - dice - le richieste di impianti "offshore" lungo le nostre coste, il quadro diventa davvero allarmante. Come ho detto tante volte, la nostra regione produce molta più energia di quella che consuma ed è ormai terreno di conquista per queste grandi multinazionali dell'energia che sfruttano le nostre risorse, arricchendosi sempre di più senza generare alcun effetto positivo a livello economico o occupazionale per i calabresi, lasciandoci in dote, per gli anni futuri, questi "mostri" difficilissimi da dismettere e smaltire. È, dunque, necessario, - conclude - fermarci un attimo e bloccare questa proliferazione selvaggia degli impianti, per avere un quadro omogeneo della situazione e capire verso quale direzione andare, in modo da regolamentare il settore, prima che sia davvero troppo tardi».

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