Emergenza rifiuti in Calabria, Unindustria: «Rischio crisi ecologica»

L’appello del presidente Natale Mazzuca: «Le aziende sono giunte al collasso a causa dei ritardi nei pagamenti, la Regione intervenga subito»

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di Redazione
14 marzo 2020
18:15
Cumulo di rifiuti a Reggio Calabria
Cumulo di rifiuti a Reggio Calabria

«La difficile emergenza Coronavirus rischia di aggravarsi ulteriormente in Calabria a causa di una possibile crisi delle aziende attive nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti».

 


È l’allarme che il presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca lancia alla presidente della Giunta Regionale Jole Santelli su sollecitazione del Consiglio direttivo della sezione “Energia, Chimica e Ambiente” della stessa associazione, presieduta dall'imprenditore Crescenzo Pellegrino.

Mazzuca: «Rischio crisi ecologica in Calabria»

«La Calabria - ha detto Mazzuca - è chiamata a fronteggiare con tutti i mezzi l'emergenza sanitaria in atto per la quale la presidente sta assumendo iniziative rigorose».

 

«Il rischio reale è che il quadro possa aggravarsi ulteriormente con l'aggiunta di una crisi ecologica che renderebbe il tutto drammatico, con una drastica riduzione, se non addirittura il blocco completo della raccolta dei rifiuti. Un comparto che, come risulta di immediata evidenza, non può concedersi soste, tentennamenti organizzativi o interruzioni di sorta dal momento che fornisce un servizio pubblico essenziale per i cittadini».

Aziende al collasso e ritardi nei pagamenti

«Le aziende sono ormai giunte al collasso - ha continuato il presidente degli industriali calabresi - a causa degli enormi ritardi nei pagamenti dei ratei dovuti da parte dei Comuni che usufruiscono del servizio e che ormai superano l’anno. Tale situazione impedisce alle imprese, che hanno dato fondo ad ogni autonoma disponibilità, di poter adempiere, a loro volta, con puntualità al pagamento delle spettanze dovute ai lavoratori».

 

«In questa situazione - ha evidenziato Mazzuca - si registrano già numerose defezioni di dipendenti che si rifiutano di operare senza aver percepito il corrispettivo loro dovuto, anche in ragione della delicatezza del compito svolto e delle condizioni difficili nelle quali sono costretti a operare per la natura stessa del servizio: ambienti poco salubri e senza la possibilità di poter rispettare, in alcuni casi, le distanze minime disposte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, pur con gli sforzi tecnici ed organizzativi messi in atto e volti ad assicurare la massima sicurezza».

Unindustria: «La Regione intervenga subito»

Da qui la richiesta alla presidente della Regione Jole Santelli di un intervento risolutivo  volto ad «intervenire con immediatezza affinché i Comuni o, in via surrogatoria la Regione o il Governo possano provvedere al pagamento delle somme dovute per consentire alle aziende di poter far fronte al giusto pagamento dei lavoratori per scongiurare una situazione che rischia di diventare ingovernabile con riflessi pesantissimi per la sicurezza igienico sanitaria del territorio e dei cittadini». 

 

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