Il sacchetto della spazzatura “implora” civiltà: Non abbandonarmi -VIDEO

È partita la campagna sociale del gruppo Pubbliemme LaC di concerto con il Comune di Vibo, contro il malcostume di gettare i rifiuti domestici in strada per eludere la raccolta differenziata

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di Redazione
22 giugno 2018
17:55

“Non abbandonarmi”. Questa volta non è un animale domestico a lanciare l’appello dai grandi cartelloni pubblicitari che campeggiano sul territorio comunale di Vibo Valentia. Ma un sacchetto della spazzatura, di quelli che purtroppo continuano a vedersi in numero sempre maggiore lungo le strade, depositati da chi cerca di eludere nella maniera più incivile il “fastidio” della raccolta differenziata. Un malcostume che nel Vibonese, soprattutto nella zone più periferiche della città capoluogo, sta assumendo proporzioni preoccupanti, con i bordi delle strade invasi dall’immondizia spesso lanciata dalle auto in corsa.

 


La nuova campagna sociale contro questo odioso fenomeno è stata promossa dal gruppo Pubbliemme LaC, di concerto con il Comune di Vibo Valentia.

 

Un messaggio rivolto al popolo degli incivili, a quelli - e sono tanti - che nonostante l’avvio della raccolta porta a porta, nonostante le foto-trappole e le multe salate che possono scattare, continuano ad abbandonare i rifiuti. Scritta su sfondo bianco e l’immagine di un sacchetto nero che avverte chi legge: “Inquino e rendo incivile la tua città”.

 

«Una campagna di educazione, informazione e formazione», così l’ha definita l’ex assessore all’Ambiente Lorenzo Lombardo, che porta a compimento un’idea nata durante la sua breve gestione alla guida di uno dei settori più critici per la città. Passano gli anni, cambiano le amministrazioni, ma la spazzatura continua a rimanere l’eterna emergenza che nessuno finora è riuscito a risolvere.

 

Una campagna sociale per incrementare il senso civico non basterà di certo a risolvere il problema, ma solleva la questione e mette i cittadini dinnanzi alle loro responsabilità, perché senza la collaborazione di tutti e senza una presa di coscienza collettiva nemmeno tutte le foto-trappola del mondo possono evitare che la città una volta conosciuta come il giardino sul mare, si trasformi in una discarica a cielo aperto.

 

«Iniziamo a difendere ciò che è nostro - ha concluso l’amministratore - perché l’abbandono dei rifiuti è un male che facciamo ai noi stessi».

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