L'ecobomba dell'ex Liquichimica di Saline Joniche: «Urge la bonifica»

VIDEO | La federazione dei Verdi sta preparando un esposto per segnalare il rischio inquinanti presente nell'area: «Serve intervenire subito»

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di Giovanni Verduci
1 giugno 2019
08:27

L’area industriale della ex Liquichimica di Saline Joniche continua a far parlare di sè a 45 anni di distanza dallo stop alle sue produzioni che furono giudicate pericolose per la salute. Questa volta è la federazione dei Verdi a intervenire per chiedere con forza la bonifica dell’area.

«La ex Liquichimica Biosintesi è una bomba ecologica, un gruppo di insediamenti industriali abbandonato, che sorgono a ridosso della Strada Statale Jonica 106 a Saline Joniche, area costiera del comune di Montebello Jonico e della città metropolitana di Reggio Calabria e accanto c’è l’Oasi naturale del Pantano di Saline Joniche».  È quanto affermano Vincenzo Giordano, consigliere nazionale dei Verdi, che è supportato da Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, annunciando la presentazione di un esposto al ministero dell’Ambiente per chiede “di mettere in sicurezza l’area e avviare la bonifica come prevede il decreto legislativo 152/2006”.


 

La preoccupazione di Vincenzo Giordano e dai vertici nazionali del movimento ambientalista è alimentata dai risultati di una perizia tecnica che ha evidenziato la presenza di numerosi inquinanti. «Quest’area non è mai stata bonificata e tutto il suo carico inquinante permane li da anni abbandonato con rischi d’inquinamento della vicina Oasi del Pantano. Enormi quantità di sostanze pericolose per la salute umana si trovano nell’area industriale abbandonata (tipo silice gruppo 2) amianto, le farine fossili possono contenere materiale a rischio cancerogeno se aerodisperse, nel passato sono stati rinvenuti sacchi con composto di randalite e Clarcel (cancerogeni per l’uomo)».

 

L’ecobomba di Saline Joniche – per i Verdi – deve essere disinnescata e il governo deve utilizzare i fondi europei per il recupero delle aree industriali dismesse. Gli interventi di riqualificazione delle aree industriali dismesse rientrano non solo tra gli interventi finanziabili attraverso il Fesr ma anche tra gli obiettivi della strategia Europa 2020 e su questi interventi l’Europa ha previsto 336 miliardi di euro di finanziamento. Il problema è che abbiamo una classe politica che dopo aver sventrato l’ambiente e dilapidando 1300 miliardi di vecchie lire per realizzare questa bomba ecologica è incapace di pensare ad una minima programmazione per recuperare questo territorio”.

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