Politiche sociali, si riuniscono i comuni della sibaritide

Gli ambiti Corigliano-Rossano si sono incontrati per discutere di welfare, programmazione, organizzazione e gestione del sistema
di Marco  Lefosse
17 maggio 2018
17:34

Gli effetti aggreganti della nascente città Corigliano-Rossano si riflettono anche sulla fitta rete delle politiche sociali. Si è tenuta, infatti, la prima riunione operativa dei sindaci degli undici comuni facenti parte degli ambiti originari afferenti alle due (ormai ex) città della Sibaritide, per discutere di welfare, programmazione, organizzazione e gestione del sistema integrato dei servizi per il sociale e per l’integrazione socio-sanitaria locale.

 


Prima riunione convocata dal Commissario Bagnato

La riunione, tenutasi nei giorni scorsi nella sede municipale e convocata in attesa della definitiva unificazione degli ambiti 1 e 3 da parte della Regione Calabria, è stata presieduta dal commissario prefettizio Domenico Bagnato, quale rappresentante del comune capofila.
Dopo l’introduzione della responsabile del settore Tina De Rosis, insieme ai responsabili regionali, hanno partecipato gli amministratori di Caloveto, Calopezzati, Cropalati, Crosia, Longobucco e Paludi (ambito n.1) e quelli di San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese e Vaccarizzo Alabanese (ambito n.3).

 

«Collaborazione fondamentale»

«La collaborazione, in un ambito come quello delle politiche sociali – ha detto Bagnato - è fondamentale perché oggi, più che in altri periodi della storia recente, ha acquisito una valenza fondamentale nella costruzione del vivere civile. Il 2018 – ha aggiunto il Commissario – rappresenta l’anno dei cambiamenti per questo territorio; rappresenta, anche, l’anno dei cambiamenti per le politiche sociali. Nella Regione Calabria, infatti, dal primo gennaio 2018 si è data attuazione alla Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Tutto ciò significa per gli enti locali, riuniti in Distretti Socio-Assistenziali, la delega delle competenze in materia sociale. È un momento di grande responsabilità, perché dalla costruzione del Piano di Zona, strumento di rilevazione del fabbisogno territoriale e di programmazione del rilevato bisogno e dalla capacità di attuazione del welfare territoriale, dipende il futuro dei soggetti vulnerabili».

 

Giornalista
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