‘Ndrangheta, operazione “Conquista”: in manette esponenti clan Bonavota

Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio, detenzione e porto d'armi, furto. Gli arrestati sono stati individuati come mandanti ed esecutori dell'omicidio di Raffaele Cracolici
di Redazione
6 giugno 2017
10:12

Dalle prime ore della mattinata, in Vibo Valentia e Roma, i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia con il supporto di quelli di Roma stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei riguardi di 2 persone, esponenti apicali della famiglia ‘ndranghetista dei “Bonavota”, attiva nei comuni del Vibonese di Sant’Onofrio e Maierato, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di: omicidio, detenzione e porto di armi comuni e da guerra, furto e ricettazione in concorso aggravati dal metodo mafioso. Gli arrestati sono: Pasquale Bonavota, di Sant’Onofrio, 43 anni, ritenuto capo della cosca di Sant’Onofrio; Francesco Salvatore Fortuna, di Sant’Onofrio, 37 anni, ritenuto esponente di vertice e azionista militare della omonima cosca.

 


Questi due arresti costituiscono il prosieguo dei fermi eseguiti nel mese di dicembre 2016 in cui era stato eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei riguardi di 6 soggetti, esponenti apicali della famiglia ‘ndranghetista dei “Bonavota”. Nel 2016 il fermo di Bonavota non era stato convalidato dal GIP di Roma, mentre Fortuna risultava indagato ed in carcere.

 

Gli arrestati sono stati individuati, unitamente a quelli fermati a dicembre, come i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio di Raffaele Cracolici, avvenuto il 4 maggio 2004 a Pizzo Calabro (VV), commissionato dalla famiglia “Bonavota” per eliminare la vittima, ritenuta di ostacolo all’espansione territoriale sulla zona industriale della cittadina di Maierato.

 

A dicembre, nell’ambito dell’Operazione “Conquista” che portò alla disarticolazione della cosca dei “Bonavota” si fece luce sul citato grave fatto di sangue del Vibonese degli anni 2002-2004 nonché su quello di Di Leo Domenico, commesso il 12 luglio 2004 in Sant’Onofrio e su duedanneggiamenti mediante esplosionedicolpi di arma da fuoco avvenuti, in Maierato, nel giugno del 2004 all’azienda “Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.a.” e, più recentemente, nell’aprile del 2016 al complesso residenziale “Popilia Country Resort”.

 

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