EUMENIDI | Le accuse per il presidente della Provincia di Catanzaro

È accusato del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe fatto pressioni per assumere all’aeroporto persone da lui indicate
di Luana  Costa
11 aprile 2017
16:50

Avrebbe fatto pressioni affinché soggetti da lui indicati avviassero tirocini formativi retribuiti nell’ambito della misura “Garanzia Giovani” all’interno dell’aeroporto di Lamezia Terme. Tra gli indagati nell’inchiesta “Eumenidi” che questa mattina ha azzerato i vertici della Sacal, società mista che gestisce lo scalo lametino, c’è anche il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno accusato del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il presidente della Provincia “abusando del potere legato alla sua funzione pubblica induceva Massimo Colosimo, presidente della Sacal, e Pierluigi Mancuso, direttore generale, ad avviare ad un tirocinio di formazione retribuito da svolgersi presso l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, persone da lui indicate. In particolare, attraverso numerose telefonate esercitava con insistenza pressioni affinché le persone indicate fossero selezionate indebitamente per partecipare al tirocinio denominato “Garanzia Giovani” promosso nell’ambito del programma operativo nazionale (Pon) finanziato dalla Regione Calabria”.

 


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Le condotte contestate si sarebbero protratte dal marzo al luglio del 2015. In particolare, secondo la ricostruzione della procura di Lamezia Terme il presidente della Provincia avrebbe indicato il nominativo di Alessio Soluri, circostanza appurata nel corso di una perquisizione effettuata il 7 agosto 2015 nell’ufficio del direttore generale, Pierluigi Mancuso. “All’interno di una cartellina sottoposta a sequestro è stato rinvenuto un foglio recante la copia fotostatica dell’avviso Sacal datato 23 marzo 2001 concernente il progetto “Garanzia Giovani” sul quale si rileva un’annotazione manoscritta: Soluri Alessio P. d Prov. Anche da tale elemento – secondo gli inquirenti – si evince in modo incontrovertibile come il nominativo di Soluri sia stato indicato proprio dall’indagato Vincenzo Bruno”.

 

Attraverso la predisposizione di intercettazioni telefoniche sarebbe inoltre emerso l’interessamento del presidente della Provincia verso una seconda persona. Nel luglio del 2015 viene infatti captata una comunicazione intercorsa tra Enzo Bruno e Pierluigi Mancuso. "Dalla conversazione – annotano gli inquirenti – è emerso che il presidente della Provincia di Catanzaro abbia esercitato pressioni su Mancuso affinché questi si adoperasse a far ottenere qualcosa a tale Lazoche. Bruno ha chiesto a Mancuso di fargli ottenere un posto di lavoro anche se il direttore generale della Sacal, a fronte delle lamentele esternate dal politico, ha riferito a quest’ultimo che la persona per la quale si stava interessando “non aveva quel requisito richiesto”. Il presidente della Provincia di Catanzaro appreso quanto gli diceva Mancuso ha comunque continuato ad insistere affinché il problema riscontrato venisse superato affermando: “È inutile dire che ho qualche problema su questa cosa… questa è una cosa che me la dovete risolvere”.

 

Il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, ha annunciato di aver notificato le dimissioni da componente del Consiglio d’amministrazione della Sacal affidando ai suoi legali di fiducia, Giovanni Mosca, e Pino Iannello, una prima dichiarazione: “Da una prima disamina del provvedimento notificato a Enzo Bruno quale membro del CDA Sacal risulta che il capo d’imputazione contestato riguarderebbe esclusivamente la segnalazione di un nominativo per l’accesso ad un tirocinio formativo da svolgersi presso Sacal, nell’ambito del progetto per la lotta alla disoccupazione giovanile denominato “Garanzia Giovani”. Nell’esprimere piena fiducia nell’operato della magistratura, siamo certi che dall’inchiesta in corso emergerà la completa estraneità ai fatti contestati a Enzo Bruno e si farà chiarezza sull’intera vicenda”.

 

Luana Costa

Giornalista
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