Regione incapace di spendere tre milioni per il welfare

Il fallimento di un'intera classe dirigente certificato dalla Corte dei Conti. La Calabria restituisce allo Stato i soldi destinati al diritto allo studio, agli studenti anche disabili e al diritto al lavoro dei disabili
di Riccardo Tripepi
14 ottobre 2016
09:02

E’ già iniziato il rimpallo di responsabilità dopo l’udienza davanti alla Corte dei Conti che ha passato in esame il rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015.


Alla fine il rendiconto è stato “parificato”, così come si dice nel gergo contabile, anche se dovrà essere corretto un errore materiale che il governatore Oliverio ha detto verrà fatto immediatamente.



Ma nelle pieghe del bilancio non sono mancate diverse criticità e soprattutto un clamoroso ammanco. La Calabria ha restituito allo Stato 2.693.000 euro non spesi, destinati al diritto allo studio, agli studenti anche disabili e del diritto al lavoro dei disabili. Il dato è riportato nella relazione del consigliere della Sezione regionale di controllo per la Calabria, Massimo Balestrieri. Nello specifico i fondi rispediti indietro riguardano: 1.524.000 euro destinati all’attuazione degli interventi per il diritto allo studio; 550.000 euro destinati ai contributi e benefici a favore degli studenti, anche con disabilità; 619.000 euro per il diritto al lavoro dei disabili. Il consigliere relatore ha evidenziato che “la Regione non è stata in grado di gestire le risorse provenienti dallo Stato e destinate a studenti, anche con disabilità e al diritto al lavoro dei disabili”.


Un dato clamoroso sul quale si è innescata immediatamente la strumentalizzazione politica. La minoranza non ha esitato un attimo ad “azzannare” il presidente della giunta e l’intero centrosinistra, tramite Nicolò e Orsomarso, per la clamorosa incapacità a spendere risorse fondamentali ad ogni latitudine, ma ancora di più per una Regione così in difficoltà come la Calabria.


Il centrosinistra, invece, anche tramite la presa di posizione ufficiale dell’assessore Federica Roccisano che ha giustificato l’operato del governo regionale attraverso alcune difficoltà tecniche relative al nome del capitolo in cui erano stati inseriti i fondi (la categoria welfare era troppo generica) e, soprattutto, rimandando al mittente ogni responsabilità. Secondo la Roccisano l’errore è attribuibile al 2014 e quindi all’operato del governo targato Giuseppe Scopelliti.


Come se poi nessuno avesse governato la Regione nei successivi due anni o qualche maledizione divina avesse impedito di provare a correggere un eventuale errore.


Ed invece il dato è così clamoroso che chiama in causa un’intera, ed incapace, classe dirigente che da destra a sinistra si dimostra assolutamente inadeguata al ruolo che svolge e ad amministrare una Regione assai complessa come la Calabria.


Non a caso i governi regionali, al termine del mandato (se ci arrivano), sono sempre bocciati dagli elettori che si rivolgono alla sinistra se stava governado la destra e alla destra se stava governando la sinistra. Un eterno pendolo che non consente programmazione e continuità all’azione del governo e, invece, permette sempre di dare la colpa di eventuali disastri a chi c’era prima.


Ma in questo caso restituire tre milioni di euro a Roma per interventi fondamentali in favore di diritto al lavoro, studenti e disabili è una enormità inaccettabile. Una vera e propria certificazione dell’incapacità generale di una classe dirigente che bada soltanto ai propri interessi. Nessuno dubita infatti che se fossero stati fondi destinati a rimborsi, benefit, gruppi e strutture, neanche un centesimo sarebbe andato sprecato.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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