Ecco come i latitanti Crea e Ferraro comunicavano con i loro sodali

I due si tenevano in contatto con gli esponenti del clan tramite frequenze. A gestire i contatti nel concreto era Francesco Antonio Crea, esperto nell'utilizzare i sistemi elettronici atti a disinnescare i dispositivi d'intercettazione ambientale
5 luglio 2016
13:25

Durante le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria che ha portato all’arresto di 14 persone per i reati di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, è stato possibile risalire, tramite particolari attrezzature tecniche, agli strumenti di comunicazione tra i due latitanti di 'ndrangheta, Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro ed i loro sodali, i quali erano soliti utilizzare delle frequenze radio VHF, libere in etere, rispetto ai più moderni sistemi basati sulla telefonia cellulare; la radio ha consentito di ricostruire in tempo reale non solo la gestione del menage dei boss in fuga, ma anche l'organizzazione dei loro appuntamenti con i familiari e/o terze persone.

 


Ricostruite alcune essenziali comunicazione fra taluni stretti congiunti di Giuseppe Crea e i componenti della famiglia mafiosa dei Facchineri di Cittanova (RC) verso i due latitanti Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro, intesi rispettivamente con i nomi di "Alberto" e "Ciccio", con lo scopo provvedere al sostentamento della loro latitanza.

 

Fra gli arrestati dell'Operazione "Spazio di Libertà" vi figura Francesco Antonio Crea, l'esperto dell’omonima cosca nell'utilizzare i sistemi elettronici atti a disinnescare i dispositivi d'intercettazione ambientale. Era lui a gestire la latitanza di Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro adoperando ogni tipo di accortezza, secondo modalità operative (disturbatori di frequenze, bonifiche delle auto, spegnimento dei telefoni cellulari per non essere localizzato, l'appartarsi in campagna a parlare via radio in modo da non essere visto) collaudate nel tempo ed interfacciandosi continuamente con gli altri sodali operanti nello stesso settore d'attività della cosca, in primis il figlio Mario Luciano, Girolamo Facchineri e Achille Rocco Scutellà, tutti tratti in arresto nell'operazione odierna.

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