Protezione Civile, Tansi: ‘Nessun licenziamento o ridimensionamento del personale’ | VIDEO

Carlo Tansi, presidente della protezione Civile regionale, chiarisce la sua posizione nei confronti dei dipendenti: ‘Non ci sarà nessun ridimensionamento o licenziamento ma solo l’interruzione di un sistema di potere che ritengo molto discutibile'
di Loredana Colloca
4 febbraio 2016
15:49

Dott. Tansi in questi giorni si chiedeva il suo intervento per evitare un ridimensionamento del personale della Protezione civile e la riorganizzazione delle sedi. Può spiegarci meglio?

 


"Non si parla in nessun modo di ridimensionamento. È semplicemente una riqualificazione e una riorganizzazione. Nessun dipendente della Regione sarà licenziato, ma semplicemente sarà spostato da una parte all’altra della struttura regionale.
Io credo di aver preso il dito nella piaga di un problema atavico che caratterizza la regione. La Protezione civile è stata sempre un incrocio di interessi di alto rango e ritengo che la magistratura possa fare chiarezza su una serie di movimenti strani che sono stati consentiti.


La protezione civile su 180 dipendenti prevedeva 91 persone in sala operativa. La sala operativa non è che altro che un sistema di centralini che rispondono alle richieste delle persone che segnalano emergenze. In Emilia Romagna, regione che fa quasi tre volte la popolazione della Calabria, ci sono solo tre persone in sala operativa. Gli altri dipendenti sono autisti. Io mi ritrovo 30 autisti che non abilitati a fare movimento terra. Quindi, se scatta un’emergenza, un’alluvione, loro non possono muovere i mezzi meccanici per sistemare ad esempio gli argini di un fiume. Il resto dei dipendenti sono persone laureate in materie tecniche, ingegneria, architettura, che svolgono mansioni di tipo b.


Alla fine le persone che hanno potere decisionale, funzionari che hanno un potere importante, sono meno di dieci. Quindi, io mi trovo con meno di dieci persone che rappresentano una struttura tecnica che può contrastare i rischi naturali in Calabria. Praticamente meno del 5%, quando invece in altre regioni d’Italia rappresentano quasi il 90%.


Io ho semplicemente espresso la volontà di invertire questa rotta, aumentare il peso del funzionario tecnico altamente qualificato e diminuire quello che è poco adatto i rischi che incombono sulla nostra Regione.


Ha fatto ira a qualche sindacato anche il fatto che ho messo mano a un sistema di potere consolidato. La legge consente al massimo di fare 180 ore di straordinario, qui ho trovato uno sforamento fuori legge che consentiva di fare straordinario fino a 750 ore.

 

Qui sta la mia voglia di cambiamento, in perfetta sintonia con quanto accade nel resto delle regioni d’Italia. Nessun licenziamento dunque ma solo l’interruzione di un sistema di potere che ritengo molto discutibile".

 

Loredana Colloca

 

Giornalista
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