Multe cancellate, indagini chiuse NOMI

Sotto accusa quaranta indagati tra sindaco, assessori, consiglieri e vigili urbani coinvolti nella più ampia inchiesta sul Comune di Catanzaro battezzata Palazzo degli ignobili
di Gabriella Passariello
30 luglio 2015
16:23

Un giro di multe cancellate grazie ad amici, parenti di amici, politici, dipendenti comunali compiacenti e in prima linea gli agenti della Polizia municipale del capoluogo calabrese. Il pm Gerardo Dominijanni neo procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio in tempi record ha chiuso le indagini sul primo troncone di Palazzo degli ignobili. Sotto accusa quaranta indagati, tra sindaco, assessori, consiglieri, il capo della polizia municipale del Comune di Catanzaro, vigili compresi nei cui confronti si ipotizzano una sfilza di reati: associazione a delinquere, truffa aggravata, abuso di ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa dal privato e simulazione di reato. La più grave accusa di associazione a delinquere pesa come un macigno sugli ex assessori comunali Massimo Lomonaco , Stefania Lo Giudice, il capo della polizia municipale Giuseppe Antonio Salerno e il maggiore Salvatore Tarantino. I primi due per acquisire consenso elettorale e gli altri due per ottenere prestigio in ambito politico si sarebbero associati per far ottenere o conseguire ingiusti profitti patrimoniali con l’annullamento illegittimo di una valanga di multe, abusando e strumentalizzando il potere e le funzioni di cui erano investiti. Tra gli indagati il primo cittadino di Catanzaro Sergio Abramo e il consigliere Domenico Tallini, sotto accusa con l’ipotesi di abuso di ufficio. Il magistrato titolare del fascicolo aveva chiesto in tutto quindici misure interdittive e cautelari per un giro di multe stracciate agli amministratori comunali e ai loro amici. Richieste di interdizioni dai pubblici uffici negate nonostante il gip abbia ritenuto fondata “ la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, come emerge chiaramente dalle risultanze investigative della Digos. (…). L’attività tecnica disposta e le risultanze documentali hanno consentito di disvelare l’esistenza di un sistema finalizzato a procedere all’annullamento di verbali di contravvenzione stradale elevati dal Corpo della Polizia municipale di Catanzaro. Le argomentazioni dedotte in sede di interrogatorio dagli indagati non hanno scalfito il grave quadro indiziario risultante a loro carico”. Ma c’è un tuttavia, un malgrado tutto che ha spinto il gip in modo “prudente” a bocciare le misure interdittive per mancanza di esigenze cautelari, dandone motivazione in appena 10 righe, decorso più di un mese dagli interrogatori degli indagati. “La personalità degli indagati – scrive il gip- i quali risultano incensurati, il tempo decorso dalla commissione dei fatti rispetto alla richiesta del pm datata 2013, il deterrente psicologico costituito dal coinvolgimento nella vicenda processuale che li ha interessati, importano a ritenere, l’assoluta insussistenza di fatti idonei a configurare un concreto e attuale pericolo di recidiva , atteso che non vi è alcuna ragione allo stato per pronosticare che i giudicabili, in mancanza di cautela, non si asterranno in futuro dal porre in essere altre condotte delittuose. A ciò si aggiunga che non emerge dagli atti alcuna circostanza per poter affermare neppure la sussistenza di un concreto pericolo che gli indagati possano inquinare le fonti prova”. Bocciate anche le richieste cautelari di mandare dietro le sbarre il tenente colonello Salvatore Tarantino e ai domiciliari il capo del corpo di Polizia municipale Giuseppe Antonio Salerno, gli ex assessori Massimo Lomonaco, Stefania Lo Giudice. Per questi ultimi due la richiesta della Procura è stata negata non per l’inesistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ma perché entrambi gli ex assessori non svolgono più alcun ruolo all’interno dell’amministrazione comunale. Non c’è da stare tranquilli a Palazzo De Nobili, nonostante la nomina di aggiunto a Reggio di Dominijanni. Quella sulle multe è solo un troncone dell’inchiesta madre, che ha svelato in una serie di intercettazioni ipotesi di reato che vanno bel oltre quelli relativi ai verbali congelati e che potrebbero avere risvolti eclatanti. Adesso i quaranta indagati , assistiti tra gli altri dai legali di fiducia Carlo Petitto, Francesco Cricelli, Enzo Ioppoli, Aldo Casalinuovo, Gregorio Ferrari, Domenico Grisolia, Ivan Posca, avranno 20 giorni di tempo (che decorreranno a conclusione della sospensione feriale dei termini) per chiedere di essere sentiti o interrogati, per depositare memorie difensive o ogni altro atto utile per poter esercitare il diritto di difesa, prima che il titolare delle indagini proceda con la richiesta di rinvio a giudizio.

 


I NOMI DEI 40 INDAGATI

Massimo Lomonaco; Stefania Lo Giudice, Salvatore Tarantino, Giuseppe Antonio Salerno, Domenico Tallini, Sergio Abramo, Carlo Nisticò, Amedeo Cardamone, Domenico Amico, Adelina Angotti, Rosaria Paola Barbuto, Francesco Basile, Luciano Calabrese, Giuseppe Canino, Antonio Celi, Rocco Cristallo, Maria Teresa De Masi, Maria Teresa Di Martino, Ubaldo Errigo, Giuseppe Fazio, Ferdinando Greco, Ivan L’Arocca, Vincenzo La Croce, Rosario Lo Stumbo, Orlando Nisticò, Antimo Paternuosto, Francesco Pellegrino, Umberto Raimondo, Giovanni Rubino, Gianfranco Rotundo, Alessandro Rubino, Leonardo Rubino, Luigi Sacco, Luigi Talarico, Massimo Tomaselli, Ivan Tucci, Pasqualina Usai, Maurizio Valente, Luigi Veraldi e Santo Veraldi.

 

Gabriella Passariello

 

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