MONEY GATE | L’udienza, la Procura conferma: «Retrocessione diretta per Avellino e Catanzaro»

Le due difese: «Accuse inesistenti, non esistono prove». Entro mercoledì la sentenza
di Redazione
15 dicembre 2017
13:40

Il Catanzaro deve essere retrocesso in D”. Questa la richiesta della Procura federale per il club calabrese nell’udienza davanti al Tribunale federale nazionale a Roma per il processo “Money Gate” sulla presunta combine per la partita di Lega Pro Catanzaro-Avellino del 5 maggio 2013. Secondo l'accusa le due società si sarebbero accordate per il pari, ma poi in campo però l'Avellino vinse la sfida. Richieste pesanti da parte dell'accusa che ha proposto per il club giallorosso, difeso dall’avvocato Sabrina Rondinelli e Giancarlo Pittella,  anche la penalizzazione di tre punti da scontare nella prossima stagione. La Procura ha chiesto le stesse condanne per l’Avellino.

Le richieste per i dirigenti giallorossi

Cinque anni di inibizione con preclusione e l’ammenda di 90mila euro (70mila per l’illecito contestato e 20mila per i pagamenti in nero dell’allenatore Cozza)per Giuseppe Cosentino (ex presidente Catanzaro); 4 anni di inibizione e 60mila euro di ammenda per Armando Ortoli (ex direttore sportivo Catanzaro); 3 anni di squalifica e l’ammenda di 50mila euro per Andrea Russotto (ex attaccante Catanzaro); 6 mesi di inibizione e 30mila euro di ammenda per Francesca Muscatelli (ex dirigente Catanzaro); 6 mesi di inibizione e ammenda di 30 mila euro per Marco Pecora (ex dirigente Catanzaro). La sentenza è attesa entro mercoledì prossimo.


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