Lamezia, associazioni sportive pronte a scendere in piazza contro la chiusura degli impianti

Società e club si mobilitano e organizzano una manifestazione per il 19 gennaio. Il paradosso del Palazzetto vietato per le partite ma idoneo per la Protezione civile
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di Tiziana Bagnato
10 gennaio 2018
16:34

Pronti a scendere in piazza il 19 gennaio per difendere il diritto allo sport e a tenere gare e partite davanti al proprio pubblico.
Sono indignate le associazioni sportive lametine. L'incontro dello scorso lunedì tra una delegazione del Coni regionale, il prefetto Latella e la terna dei commissari prefettizi di Lamezia Terme non ha soddisfatto le loro aspettative.
Il prefetto Alecci si è impegnato a produrre un dossier con le criticità dei vari impianti sportivi e un calendario della probabile tempistica di intervento, ma il prefetto è rimasto irremovibile sulla chiusura delle strutture che risultano inagibili.

 


Il comitato che raccoglie le associazioni chiarisce di non volere agire nell'illegalità né di volere mettere in pericolo l'incolumità di giocatori e spettatori ma ricorda che «la Costituzione stessa garantisce che lo “Stato si impegna a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il godimento dei principi fondamentali” e rimuovere significa adoperarsi per risolvere, non chiudere per non affrontare i problemi».

 

Inoltre, si legge in una nota, «ad oggi non è stato comunicato, manifestato o notificato ai gestori degli undici impianti che non sarebbero a norma, nessun atto o documento che indichi le problematiche esistenti, cosicché non è dato sapere né quali siano gli ostacoli che impediscono l’accesso al pubblico né gli interventi da mettere in atto per ovviare agli stessi».
«Ancora più inspiegabile - aggiungono - è poi che nessun sopralluogo sia stato eseguito per accertare la reale situazione degli impianti, per cui la visione che si ha e viene fornita degli stessi è ancorata a dati documentali vetusti e probabilmente carenti, che non tengono conto della reale condizione».

 

Per quanto riguarda il Palazzetto dello Sport «a seguito del verbale della commissione di vigilanza del 9 marzo 2017 - sostengono - sono stati eseguiti tutti i lavori indicati, ma la commissione stessa non è successivamente intervenuta, seppur interpellata, per verificare il corretto adempimento di tali prescrizioni». «È chiaro - rimarcano - che fermandosi al verbale del 9 marzo e senza eseguire le verifiche sul campo emerga una situazione di rischio che in effetti non esiste o comunque è assai limitata essendo stati adottati tutti i necessari accorgimenti indicati».

 

Il Comitato incalza poi spiegando che, per mettere a norma la struttura, sarebbero necessari poche migliaia di euro. Ma non solo. Il Palazzetto dello Sport sarebbe anche area di ricovero per la popolazione di tipo B istituita dalla Protezione civile. Un punto di ritrovo però evidentemente non agibile, "particolare" che renderebbe quindi ancora più impellente la necessità di mettere a norma la struttura.
Stante la mancata agibilità di diverse strutture pubbliche, si legge nella nota, «ci chiediamo perché il concetto di legalità, di cui tanto si parla, venga applicato soltanto allo sport come se il ripristino della stessa riguardi solo e soltanto gli impianti sportivi».
«Si agisca per il ripristino della legalità - concludono -, siamo i primi a dirlo, ma si faccia adottando le stesse misure e gli stessi provvedimenti in ogni ambito altrimenti, ci troveremo in presenza di una ulteriore lesione di quel principio che si vuol tutelare».
C'è poi il danno economico per le associazioni sportive che queste sono pronte a rivendicare con azioni giudiziarie.


Tiziana Bagnato

Giornalista
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