I Versace contro la fiction sull'omicidio dello stilista reggino: inesattezze e falsità

Simbolo di moda ed eleganza, Gianni Versace fu ucciso il 15 luglio del 1997 dal serial killer Andrew Kunanan davanti alla sua villa di Miami Beach in Florida
di Loredana Colloca
10 gennaio 2018
15:13

Opera di finzione basata su pettegolezzi e inesattezze. Con questa motivazione la famiglia Versace si è dissociata dalla fiction “American Crime Story, The Assassination of Gianni Versace”, produzione statunitense che racconta gli ultimi, drammatici giorni di vita dello stilista calabrese, ucciso a Miami Beach nel 1997 da serial Killer Andrew Kunanan.

A vestire i panni del fondatore del marchio diventato sinonimo di stile e classe in tutto il mondo, l’attore Edgar Ramirez. Ad interpretare Antonio D'Amico, il compagno del fashion designer, la star del pop Ricky Martin mentre il ruolo della sorella Donatella è stato affidato alla musa di Almodovar, l’attrice spagnola, diventata ormai una delle più luminose stelle di Hollywood, Penelope Cruz. Ma a quanto pare la scelta del cast stellare non è bastata a far cambiare idea ai familiari di Versace, che avevano già espresso la loro disapprovazione nei confronti del contenuti del best seller che costituisce il canovaccio del film, scritto dalla giornalista Maureen Orth e pubblicato con l’eloquente titolo “Vulgar Favors”. Titolo rimaneggiato per il mercato italiano in “L’assassinio di Gianni Versace”, che tratteggia un profilo dello stilista reggino non aderente alla realtà, frutto, secondo la famiglia, “di gossip e speculazioni”.


L’uscita della fiction, prevista per il 19 gennaio, è stata preceduta da una massiccia campagna stampa. I nove episodi diretti da Ryan Murphy andranno in onda da venerdì prossimo su FoxCrime (canale 116 di Sky), ma la famiglia Versace non sembra intenzionata ad arretrare, dichiara di non avere intenzione di fornire ulteriori commenti sull'argomento e conclude il comunicato scrivendo: "Gianni Versace era una persona coraggiosa e onesta, che si impegnava in cause umanitarie a favore degli altri. Ci rattrista vedere che tra tutti i possibili ritratti della sua vita e storia, i produttori abbiano scelto di presentare la versione falsa e distorta creata da Maureen Orth".

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