Presunto caso di meningite a Lamezia: «Vittima della scellerata riorganizzazione voluta da Scura»

È la denuncia del “Comitato Salviamo la sanità del Lametino”: «La chiusura dei reparti di Malattie Infettive e di Microbiologia e Virologia ha fatto sì che la diagnosi di meningite da meningococco sia intervenuta con un colpevolissimo ritardo di circa due settimane»
di M. S.
30 gennaio 2017
11:19

Un presunto caso di meningite a Lamezia, la morte di un cittadino e la denuncia contro la «scellerata riorganizzazione ospedaliera voluta da Scura e supinamente eseguita dal Direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Perri». A puntare il dito è il “Comitato Salviamo la Sanità del Lametino” che ripercorre la triste vicenda che ha coinvolto un cittadino della città della Piana.

 


Vibo, muore di meningite imprenditore di Lamezia

 

«Non sappiamo se il caso di meningite che ha colpito un nostro molto ben voluto concittadino avrebbe avuto comunque l’esito letale che ha avuto, ma una cosa è sicura: la recente concomitante chiusura dei gloriosi reparti di Malattie Infettive e di Microbiologia e Virologia del nostro ospedale ha fatto sì che la diagnosi di meningite da meningococco sia intervenuta con un colpevolissimo ritardo di circa due settimane e solo a ridosso della sua morte».

 

I medici dell’ospedale lametino avrebbero sospettato fin dall’inizio da una malattia infettiva ed hanno prontamente chiesto un consulto specialistico. Estratto il liquor, è stato necessario attendere il risultato delle analisi dal reperto di Microbiologia e Virologia di Catanzaro. «Se Scura non avesse soppresso nel nostro ospedale il reparto di Microbiologia e Virologia, il risultato delle analisi sarebbe giunto in un’ora o anche meno. Invece – tuona il Comitato – il risultato è arrivato dopo una decina di giorni, quando era ormai troppo tardi».

 

Da Lamezia, è stato necessario quindi il trasferimento, ed è «così partita la caccia ad un reparto che lo ospitasse», riuscendo infine a trovare posto al reparto di Malattie Infettive di Vibo.


«Scura e il Direttore dell’ASP di Catanzaro lo hanno, quindi, costretto a trascorrere le ultime due settimane della sua esistenza non solo senza quelle cure specifiche che forse avrebbero potuto salvargli la vita, ma perfino lontano dai suoi familiari e in un posto per lui così poco gradevole che pare desiderasse fuggirne. La decisione di mantenere ben due reparti di Malattie Infettive e due reparti di Microbiologia e Virologia a Catanzaro, chiudendo i corrispondenti reparti di Lamezia, non risponde infatti a nessun criterio scientifico, epidemiologico o di bacino d’utenza».

 

Il comitato chiede infine che «chi si è assunto queste gravi responsabilità, se ha sbagliato, paghi» e offre «alla famiglia del nostro sventurato concittadino, se la vorrà, assistenza legale e medico-legale gratuita per tentare di fare in modo che tristi vicende come queste non abbiano più a ripetersi con nessun’altro paziente». (m.s.)

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