Lamezia, un sensore sottocutaneo per il monitoraggio della glicemia nei giovani

Il sistema è stato impiantato in tre diabetici di tipo 1, insulinodipendenti, e rappresenta una vera e propria innovazione tecnologica
14 dicembre 2017
11:30
Sensore sottocutaneo
Sensore sottocutaneo

Grazie all’attiva collaborazione tra l’unità operativa Diabetologia dell’Asp di Catanzaro, diretta da Raffaele Mancini, e l’Uo Chirurgia generale del presidio ospedaliero di Lamezia Terme, diretta da Manfredo Tedesco, è stato possibile impiantare il sensore sottocutaneo “Eversense” per la misurazione continua della glicemia in tre giovani diabetici di tipo 1.

 


Gli inserimenti sottocutanei dei sensori sono stati eseguiti dal dottor Manfredo Tedesco e dal suo collaboratore Giuseppe Bruzzese, i quali, adottando la tecnica della  sutura intradermica, hanno evitato la formazione di cicatrici nelle sede dell’incisione. I giovani diabetici sono poi stati ricontrollati dall’UO di Diabetologia, che ha riscontrato il buon funzionamento del sistema di monitoraggio  continuo della glicemia. Hanno seguito le procedure di impianto anche la UO di Pediatria del presidio ospedaliera di Lamezia Terme, con il direttore Mimma Caloiero e la Caposala Marilù Verso, ed il team diabetologico dell’ambulatorio di transizione con l’infermiera Luigia Milano e la dietista Rosa Proganò.

Un sistema sottocutaneo di monitoraggio

In Italia circa 300 diabetici di tipo 1, insulinodipendenti, sono seguiti con il sistema sottocutaneo di monitoraggio continuo della glicemia, definito  “Eversense”. «La misurazione continua della glicemia - sistema conosciuto come Cgm (continuos glucose monitoring) - ha affermato il dottor Mancini - è finalizzata ad un miglior controllo della glicemia stessa, in quanto consente di prevenire più facilmente le crisi ipoglicemiche ed i picchi iperglicemici».

«Tra i vari sistemi di monitoraggio continuo della glicemia - spiega il direttore di Diabetologia - va annoverato anche quello con inserimento dei sensori sottocutanei, non evidenti dall’esterno della cute, che oggi abbiamo posizionato su tre nostri pazienti  grazie alla fattiva collaborazione dei nostri chirurghi”. “Così la nostra Asp, - conclude Mancini - grazie a questa sinergia tra medicina del territorio ed ospedale, è ancora una volta pronta a recepire l’innovazione tecnologica in materia di cure del diabete mellito».

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