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Il suo è stato un assessorato nato decisamente sotto una cattiva stella, osteggiato e chiacchierato si dall'inizio. Oggi con il ritiro dell'ampio parterre di deleghe da parte del sindaco di Lamezia Terme Mascaro, cala definitivamente il sipario sull’esperienza di governo cittadino di Graziella Astorino, fino a poche ore fa assessore, tra l’altro, a Cultura e Istruzione.
Astorino, nominata ad agosto 2016 mentre ricopriva l’incarico di presidente della commissione alle pari opportunità nell’Udc, fu immediatamente colpita dalla saetta di Francesco Talarico, presidente regionale del Partito, che si affrettò a precisare di non averne mai appoggiato la nomina e di non considerarla espressione dello Scudo Crociato in seno alla giunta comunale.
Poco tempo dopo, l’inchiesta Eumenidi si abbatteva sulla Sacal e anche sulla sorella dell’assessore, Angelina Astorino, responsabile del centro per l'impiego di Lamezia, portando diverse voci cittadine a chiedere le dimissioni dell’assessore. Voci poi sfumate quando la posizione dell'Astorino si è ridimensionata.
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Nelle ultime settimane indiscrezioni dicevano invece che fosse lei stessa a volere rimettere il mandato. Rumors poco discreti e molto insistenti, tanto da portare l'assessore a convocare una conferenza stampa in fretta in furia per smentire che alle sue spalle il Cdu avesse iniziato un confronto con il sindaco Mascaro sul suo successore.
Poche ore dopo la smentita, la notizia. Il primo cittadino ha revocato le deleghe all’assessore per mancato raggiungimento degli obiettivi. Non per motivazioni politiche, quindi, ma per incapacità amministrativa.
A subentrare è l’avvocato Simone Cicco indicato dal Cdu a cui vanno le deleghe a cultura e pubblica istruzione, sport, spettacolo, politiche giovanili e pari opportunità. L’ennesimo rimpasto in una giunta ballerina in un’amministrazione al vaglio della commissione d’accesso antimafia.
Tiziana Bagnato