LA RIFLESSIONE| Occhiuto: “Ripensare il concetto di strada all'interno di un centro urbano”

Il Sindaco di Cosenza, dopo le polemiche sugli ingorghi, interviene per spiegare le direttrici sulle quali poggiano le scelte per affermare un nuovo concetto viario nel centro urbano di Cosenza. «La mia idea è quella di rendere la circolazione dei veicoli in centro città più scorrevole ma lenta e sicura, eliminando -per esempio- il più possibile gli attraversamenti veicolari trasversali e i semafori come abbiamo fatto su via Misasi»
14 settembre 2017
19:23
Mario Occhiuto
Mario Occhiuto

Abituarci all'idea che la strada in città non è più il luogo solo dell'attraversamento veicolare ma deve trasformarsi oggi in uno spazio urbano nuovo, più condiviso: le auto che transitano in centro devono farlo con più rispetto nei confronti delle persone, dei pedoni, dei bambini, delle bici, secondo un principio di "mobilità dolce". Non possiamo eliminare le strade in città ma dobbiamo bilanciare il loro peso rispetto agli altri spazi vitali: quello per i pedoni, per le bici, per il verde pubblico.

 


Dobbiamo passare dalla città delle macchine alla città delle persone, dalla città che si attraversa guidando un'auto alla città che si vive. Basta con le autostrade del traffico in pieno centro cittadino, con ingorghi nelle ore di punta e con le auto che sfrecciano ad alta velocità nel resto della giornata causando molti gravi incidenti. Più allarghiamo le strade, più traffico si crea all'interno della città. E il traffico vuol dire congestione urbana e inquinamento ambientale.

 

«La mia idea è quella di rendere la circolazione dei veicoli in centro città più scorrevole ma lenta e sicura, eliminando -per esempio- il più possibile gli attraversamenti veicolari trasversali e i semafori come abbiamo fatto su via Misasi; direzionando i flussi di traffico in maniera diversificata in funzione delle varie destinazioni; rendendo più costante ma più dolce il transito delle auto con sedi stradali più piccole e meno lineari, in maniera da non permettere le doppie e triple file».

 

Dobbiamo recuperare nuovi spazi vitali per gli utenti veri della città che sono i pedoni: piazze pedonali, piste ciclabili, percorsi per persone disabili, grandi parchi urbani nelle aree di recente edificazione, infrastrutture per il trasporto pubblico urbano e per la mobilità sostenibile. Ridurre l'inquinamento ambientale e quello acustico. Mettere in sicurezza le aree in prossimità di scuole, ospedali, edifici pubblici.

 

Le linee guida sulle città, fortemente volute tanto dal ministero della Istruzione quanto da quello della Salute chiedono la realizzazione di aree pedonali dinanzi alle scuole con l'obiettivo di creare un contesto più adeguato per bimbi e ragazzi, oltre a escludere il pericolo delle auto. Ma soprattutto per spingere i genitori ad accompagnare a scuola a piedi i propri figli. Questo serve perché da bambini si acquisiscono le abitudini che adotteremo da adulti: camminando a piedi i bambini elaborano le cosiddette mappe mentali, mentre i percorsi in automobile sono per loro momenti nulli. Far camminare i bambini nel percorso verso scuola aiuta il loro senso dell'orientamento, aumenta la possibilità di socializzazione ed infine in termini di prevenzione sulla salute è una cura importante contro il sovrappeso e l'obesità.

 

Camminare a piedi allunga la vita anche ai genitori. Nel 2030 avremo città sempre più abitate da persone avanti con l'età.

L’Organizzazione Mondiale della Sanita? ha indicato la sedentarietà? come una delle maggiori cause di malattie cardiovascolari, di diabete e di obesità? e ha richiesto di incentivare l’attività? motoria per i bambini e per i giovani anche tramite il coinvolgimento attivo delle famiglie.

A tal proposito l’OMS ha coniato il termine “healthy city”, che non descrive una citta? che ha raggiunto un particolare livello di salute pubblica, piuttosto una citta? che e? conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, quindi, mette in atto delle politiche chiare per tutelarla e migliorarla. La salute non risulta essere piu? solo un “bene individuale” ma un “bene comune” che chiama tutti i cittadini all’etica e all’osservanza delle regole di convivenza civile, a comportamenti virtuosi basati sul rispetto reciproco.

 

La città di Cosenza ha aderito per prima al Manifesto della Salute nell'ambito delle "healthy city", e intende promuovere buone pratiche in questa direzione. Nei prossimi mesi si svolgerà a Cosenza un evento che vedrà la partecipazione di importanti studiosi in materia.

 

Andiamo avanti insomma nel nostro progetto di città, più a misura di uomo, di bambino e di persona con difficoltà e che ha reso Cosenza molto più vitale in questi ultimi anni, con la rinnovata presenza di giovani in ogni angolo della città e una migliore vivibilità degli spazi all'aperto. La città come la intendiamo noi è il luogo della socialità, concepito dagli uomini per soddisfare l'esigenza interiore dello "stare insieme".

 

Nell'ultimo secolo da questo punto di vista abbiamo sbagliato tutto, ci siamo affidati soltanto alle utilità funzionali, ai numeri, agli ingegneri del traffico. Abbiamo sottratto la città ai processi di costruzione più umani: abbiamo realizzato autostrade di città invadendole con auto inquinanti e irrispettose, abbiamo concepito nuove zone funzionali omogenee dividendo i cittadini per categorie sociali e gli spazi per attività funzionali. E così sono stati costruiti interi quartieri che oggi sono aree marginali nella città contemporanea, zone ghetto con il rischio del degrado sociale; mentre contemporaneamente si abbandonavano i centri storici per favorire la speculazione edilizia.

 

Da qualche anno a Cosenza stiamo portando avanti con consapevolezza politiche urbanistiche di segno contrario che stravolgono nei fatti questi vecchi criteri. Ci vuole un pò di tempo per concretizzare i programmi e spero che i cittadini capiscano che a volte è necessario prendere decisioni impopolari per realizzare il "bene comune".

Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza

 

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