Il Comune di Reggio: stop a manifestazioni con ideologie e rituali fascisti e discriminatori

Approvata, dalla commissione Statuto e regolamenti, una proposta di delibera che vieta la concessione di spazi e strutture pubbliche. Chi vorrà usufruirne, dovrà dichiarare di rispettare quanto disposto da Costituzione e leggi ordinarie
di Consolato Minniti
7 dicembre 2017
10:16

Il Comune di Reggio Calabria dice il suo fermo “no” ad ogni manifestazione che riguardi discriminazioni di qualsiasi natura nonché ideologie, rituali e linguaggi fascisti.

 


Proprio in un momento nel quale rigurgiti della destra estremista stanno tornando a creare qualche disordine (vedi il blitz sotto la redazione di Repubblica ed Espresso) e polemiche (si attendono gli sviluppi del caso riguardante la bandiera vista all’interno di una camera della caserma dei carabinieri “Baldissera” di Firenze), dalla commissione Statuto e regolamenti di palazzo San Giorgio arriva un atto concreto, destinato probabilmente ad essere emulato in diverse altre parti d’Italia: stop alla concessione di spazi pubblici e strutture istituzionali per manifestazioni che si richiamino all’ideologia fascista o alla discriminazione.

 

Il primo e unico firmatario dell’atto che approderà presto all’attenzione del consiglio comunale, per la successiva approvazione, è il consigliere Demetrio Martino, presidente della commissione Statuto e regolamenti. Una presa di posizione netta, quella contenuta all’interno della proposta di delibera, approvata con sei voti a favore e tre contrari.

Il dettaglio della proposta

Sarà vietata la concessione «anche temporanea e/o occasionale, di immobili o sale di immobili istituzionali, di strutture comunali destinate ad attività sportive, teatrali, spettacolistiche, culturali e di rappresentanza» per lo svolgimento di «conferenze, incontro e manifestazioni di qualsiasi natura alle organizzazioni ed associazioni che direttamente si richiamano all’ideologia, ai linguaggi e rituali, alla sua simbologia e alla discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale, o per ragioni di lingua, di opinioni politiche o per condizioni personali o sociali, in base alla verifica delle previsioni dei rispettivi statuti».

 

Ma la proposta approvata in commissione si spinge oltre: le domande per la concessione di spazi ed aree pubbliche «dovranno contenere specifica dichiarazione con la quale il richiedente attesti di essere a conoscenza e di impegnarsi a rispettare: la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana, l’articolo 3 della Costituzione, la legge 645/52 (apologia del fascismo), la legge 654/75, nonché la legge 205/93.

Gli obiettivi

Martino e la sua commissione, dunque, si richiamano al rispetto dell’articolo 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani, nonché degli articoli 2 e 3 della Costituzione, oltre alla XII disposizione transitoria concernente il divieto di ricostituire il disciolto partito fascista. L’obiettivo dichiarato è quello di evitare che possa essere lasciato spazio «sotto qualsiasi forma, a manifestazioni, associazioni ed organizzazioni dichiaratamente razziste, xenofobe, sessiste ed antidemocratiche che, anche con esaltazione di forme di violenza, possano contribuire a creare sul territorio relazioni e reti di complicità ed un pericoloso spirito di emulazione soprattutto in settori della popolazione giovanile».

 

Ora la proposta attenderà di essere calendarizzata in Consiglio. Poi anche il Comune di Reggio Calabria avrà uno strumento in più per frenare rigurgiti che a queste latitudini ricordano non solo l’epoca del ventennio, ma anche e soprattutto fatti assai più recenti, che hanno condizionato non poco gli anni successivi dell’intera comunità reggina.

 

Consolato Minniti

Giornalista
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