«Cosenza continua a ‘spendere e spandere’ i soldi dei contribuenti»

Il duro attacco del Gruppo consiliare Pd e Grande Cosenza al sindaco Occhiuto: “Governo basato sull’apparenza”
di Redazione
21 luglio 2017
19:38
Comune di Cosenza
Comune di Cosenza

«Come ormai certificato, purtroppo, il comune di Cosenza risulta essere tra i capoluoghi più indebitati d’Italia. Malgrado ciò, si continuano ad utilizzare, troppo spesso, le risorse per opere pubbliche e consulenze. È di oggi, per esempio, la notizia che il Tar Calabria ha annullato la determina dirigenziale del comune di Cosenza avente ad oggetto la: “Procedura negoziata per l’affidamento dei servizi di gestione delle attività organizzative e logistiche del Progetto BoCS Art 2017 – Residenze artistiche internazionali”, che aveva aggiudicato il servizio all’Associazione RAKU; poiché le procedure che hanno portato all’aggiudicazione di questa associazione erano illegittime e, quindi, lo hanno annullato». Queste le parole del Gruppo consiliare Pd e Grande Cosenza

 


Il progetto BoCS Art

«Il progetto BoCS Art, che contempla 27 chioschi definiti ‘residenze artistiche’ installati presso il lungofiume di Cosenza, iniziato nel 2011 è costato la bella cifra di 2.450.000,00 alla comunità cosentina. A distanza di anni, è riconosciuto da tutti che questo progetto non ha prodotto alcun risultato importante per la nostra città. Al progetto BoCS Art . aggiungono - era stato ‘affidato’ il compito di aiutare e rilanciare il centro storico della nostra città però, come si può vedere, la parte antica di Cosenza continua a cadere a pezzi… Se ci si trova a passare, nella zona del lungofiume presso cui sono posizionate le ‘residenze artistiche’, nei periodi in cui la kermesse è terminata, si può vedere che molti di questi ambienti risultano completamente vuoti e chiusi, con all’interno nessuna attività e, a distanza di pochi anni, molti dei chioschi già necessitano di manutenzione… il paradosso è che molti artisti cosentini e calabresi non trovano spazio per svolgere la loro attività, malgrado i chioschi rimangano chiusi. E a nulla è valso il tentativo di osannare, così come fatto da alcune riviste, l’importanza del progetto BoCS Art perché la realtà è quella che vedono i cosentini e di cui colgono il senso. Ribadiamo, ancora una volta, che i soldi del finanziamento ricevuto per creare i chioschi avrebbero avuto maggior effetto per il nostro centro storico se fossero state recuperate tante botteghe o magazzini, ormai in disuso, allocati su Corso Telesio».

 

I finanziamenti spesi

«Il progetto BoCS Art non solo è costato 2.450.000 € ma, in questi anni, sono stati investiti ulteriori finanziamenti per il suo mantenimento; l’ultimo di tali finanziamenti risale al 17 marzo 2017, ed ammonta alla cifra di 385.000,00 € proprio per la realizzazione delle attività previste per il progetto BoCS Art. Ma come si possono continuare ad investire risorse economiche tali, in un momento di grave difficoltà per tante famiglie e viste le condizioni in cui versano le casse comunali, in un progetto che ha prodotto ben poco? Non c’è acqua corrente nelle case, i marciapiedi sono dissestati, le strade della città sono piene di buche, molti quartieri sono abbandonati a sé stessi e sono pieni di immondizia e spazzatura che, a causa della mancanza di pulizia, attirano anche cani randagi e topi… Com’è possibile che per il sindaco Occhiuto non siano queste siano le vere priorità?! E ci si indigna ancora di più quando si apprende, con grande sgomento, che è stata assegnata la somma di 10.980,00 € al sig. Maurizio Orrico (come si può vedere dai documenti in allegato) per una consulenza relativa ad ‘Allestimento opere BoCS Art e curatela sessione settembre/ottobre’. Già i BoCS Art sono costati tanto al comune di Cosenza, c’era davvero bisogno di spendere questa cifra altissima per una consulenza?! Quando si governa la cosa pubblica si ha il dovere di ascoltare i cittadini, soprattutto rispetto a quelle che sono le loro esigenze primarie; il comune deve investire i fondi che possiede in maniera trasparente ed adeguata. Continuiamo a ribadire che questo modello di governo, basato sull’apparenza, non ci piace e non smetteremo mai di enunciarlo»

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