Caos assoluto a palazzo Campanella. Forza Italia, rimasta scottata dal rinnovo dell’Ufficio di presidenza, ha dato battaglia nelle Commissioni, riuscendo a fare saltare la seduta della Commissione “Riforme”.

Tallini: "Le commissioni sono scadute"

A dare fuoco alla miccia ci ha pensato Mimmo Tallini durante la riunione della Commissione “Ambiente”. Secondo il consigliere di Fi, che era stato candidato alla carica di segretario questore di Palazzo Campanella, le Commissioni non potrebbero operare in quanto “scadute”. La sua osservazione è stata respinta dal segretario generale Priolo che ha spiegato ai commissari come gli organismi possano proseguire la propria attività in regime di “prorogatio”. Tallini non si è accontentato della spiegazione e ha abbandonato i lavori diramando una dura nota stampa.

 

"Ritengo che le risposte del segretario Priolo non abbiano assolutamente fugato le mie perplessità, anzi, stante la loro genericità, i dubbi sono copiosamente aumentati e mi hanno indotto conseguentemente ad abbandonare la seduta per non avallare atti e provvedimenti in regime di una presunta “prorogatio” che, guarda caso, non è valsa per la Presidenza e per l’Ufficio di Presidenza ma viene riscoperta solo per le Commissioni, e cioè per continuare a prendere tempo perché nella maggioranza ancora non sono pronti con i relativi organigrammi”.

 

La riunione della Commissione, però, è andata avanti e il presidente Bevacqua ha proceduto ad incardinare la discussione su un importante testo di legge riguardante la prevenzione degli incendi boschivi.

Rinvio dei lavori della Commissione "Riforme"

Ancora più pesante il corto circuito che ha riguardato la Commissione “Riforme”. Gli stessi dubbi sulla legittimità della seduta sono stati posti al presidente Esposito (Alternativa Popolare) dal capogruppo di Fi Alessandro Nicolò, al quale però si è aggiunto anche Vincenzo Pasqua della Oliverio Presidente. Stavolta, però, nonostante le medesime rassicurazioni fornite dal segretario Priolo, il presidente ha deciso di procedere al rinvio dei lavori per approfondire la questione.

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Abbastanza per provocare un piccolo terremoto politico all’interno di palazzo Campanella. Quanto avvenuto nella Commissione Riforme pare idoneo ad avere almeno due immediate conseguenze. La prima riguarda la conferma dei movimenti di Vincenzo Pasqua che da mesi è insofferente rispetto alla gestione del centrosinistra. Lo ha dimostrato, da ultimo, anche con le dichiarazioni al vetriolo rilasciate in occasione del rinnovo dell’Ufficio di presidenza di palazzo Campanella. E sono in tantissimi che lo danno in migrazione verso le sponde del centrodestra.

Un nuovo ruolo per Francesco D'Agostino

La seconda riguarda Esposito che potrebbe, con la sua decisione, avere tolto dagli impicci il Pd che era in cerca di un nuovo ruolo per Francesco D’Agostino che ha appena abbandonato la carica di vicepresidente del Consiglio.

 

La sua candidatura alla presidenza della Commissione “Riforme” sembra ormai scontata e dimostra come non sia accettabile l’interpretazione di chi parla di inciucio Pd-Ap per la rielezione dell’Ufficio di presidenza che ha visto vincere Gentile e Graziano con i voti del centrosinistra. Stavolta l’accordo dei due con i franchi tiratori della maggioranza è stato subito tanto da Forza Italia che dal Pd che si sono riscoperti molto più deboli di quanto pensassero alla vigilia.

 

Giochi di palazzo, insomma, che stanno continuando a rallentare l’attività del Consiglio regionale che certo non sta brillando per produttività in questa legislatura. E senza leggi che garantiscano sviluppo, occupazione e welfare ai calabresi il centrosinistra potrà aprire tutti i “Cantieri” che vuole, ma perderà sempre più il contatto con i cittadini e gli elettori.

 

Riccardo Tripepi