Il Centrodestra unito vuole la Regione. Da definire il ruolo di Alternativa Popolare

Passaggio fondamentale il rinnovo dell'Ufficio di presidenza del Consiglio e delle Commissioni. Il Pd vorrebbe Gentile ed Esposito fuori, ma a Roma c'è in ballo il commissariamento della sanità
di Riccardo Tripepi
28 giugno 2017
21:20

Dopo la vittoria di Catanzaro, dove Sergio Abramo è stato confermato sindaco al ballottaggio, il centrodestra calabrese non può più nascondere le proprie ambizioni e punta dritto a riconquistare il governo della Regione.

Uno scenario inimmaginabile appena due anni e mezzo fa quando le urne regalarono a Mario Oliverio e al centrosinistra una vittoria larghissima, vicina al 60%, e il centrodestra sembrava essere scomparso dalle scene dopo il tonfo di Giuseppe Scopelliti, dimessosi dalla carica di presidente della giunta prima che scattassero le sanzioni previste dalla legge Severino, e la spaccatura netta con l’allora Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.


 

In pochissimo tempo lo scenario è completamente cambiato grazie anche all’arrancare dell’amministrazione Oliverio che ha mantenuto poco o nulla degli impegni elettorali, deludeno i vari territori, e all’azione politica di un Pd che accentratosi tutto intorno a Renzi, a caccia di prebende, ha perso elettori e credibilità.

Lamezia, Vibo, Crotone, Cosenza e, adesso, Catanzaro sono passati rapidamente al centrodestra con Forza Italia che guida il processo e da Cosenza e, con i fratelli Occhiuto, è pronto a riprendersi il governo regionale con la benedizione di Silvio Berlusconi.

 

Un centrodestra che in versione allargata, con Alternativa Popolare dentro cioè, in questo momento sembrerebbe inarrivabile. Aiello ed Esposito a Catanzaro hanno fornito un valore aggiunto del 10% alle liste di Abramo. In linea con il risultato ottenuto alle ultime regionali quando gli uomini di Alfano andarono da soli candidando Nico D’Ascola alla presidenza della Regione. Una dote di voti che Tonino Gentile, come si è capito dalle sue dichiarazioni a caldo dopo la chiusura delle urne, si giocherà al meglio e che da Roma potrebbe essere considerata sufficiente per imporre ai fratelli Gentile e ai fratelli Occhiuto di dimenticare le antiche ruggini. Ma che adesso potrebbe imporre alcuni sacrifici a palazzo Campanella. A breve ci sarà il rinnovo dell’Ufficio di presidenza del Consiglio e delle Commissioni permanenti. Dopo lo “schiaffo” ricevuto a Catanzaro, l’orientamento del Pd sarebbe quello di rendere pan per focaccia e procedere alla rimozione di Pino Gentile dalla carica di vicepresidente di minoranza dell’Assemblea e di Baldo Esposito dalla presidenza della Commissione “Riforme”.

 

Il rinnovo delle cariche, però, è ancora tutto da decidere e indicazioni precise non ci saranno prima della prossima riunione di maggioranza, la cui data sarà stabilita in occasione del Consiglio regionale di domani. E, inevitabilmente, dovrà tenere conto delle valutazioni che si stanno facendo a livello nazionale dove l’equilibrio del governo Gentiloni è assai precario e la lotta per la fine del commissariamento della sanità in Calabria e Campania è altissima, specie dopo le ultime determinazioni assunte dal tavolo “Adduce”.

Riccardo Tripepi

Giornalista
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