Calabria Etica, due gli indagati. Sequestrati 361mila euro a Ruberto

Sotto inchiesta l'ex leader Pasqualino Ruberto e il dirigente regionale Caserta. Sequestrato un patrimonio di oltre 361mila euro, per Caserta pende una richiesta di interdizione dai pubblici uffici
di Gabriella Passariello
19 agosto 2015
12:40

L’inchiesta sulle assunzioni illegittime effettuate a Calabria Etica arriva ad una svolta. I carabinieri del reparto operativo di Catanzaro guidati dal colonnello Alceo Greco e gli uomini del Nisa hanno notificato all’ex presidente dell’ente in house della Regione Calabria Pasqualino Ruberto, a diverse banche e al dirigente generale reggente del dipartimento regionale allo Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali Vincenzo Caserta un pesante decreto vergato dal gip del Tribunale di Catanzaro Carlo Saverio Ferraro. Entrambi sotto inchiesta per l’assunzione di 251 collaboratori effettuate anche a fini clientelari a ridosso delle elezioni al Consiglio regionale e delle amministrative comunale del 2015 di Lamezia Terme, dove Ruberto era candidato a sindaco. Peculato e diverse ipotesi di abuso di ufficio sono i reati a carico dell’ex leader di Calabria etica che gli sono costati un sequestro di oltre 361mila euro, richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Graziella Viscomi, titolare delle indagini sotto il coordinamento del procuratore vicario Giovanni Bombardieri, mentre Caserta che risponde solo di abuso di ufficio si è visto notificare una richiesta di interdizione dai pubblici uffici, sulla quale dovrà decidere il gip previo interrogatorio.


“Quattro progetti tutti dal contenuto fumoso, privi di concretezza e di riferimenti alle modalità di attuazione nonché carenti di accordi con le autorità collegate cui i lavoratori erano destinati”, realizzati per sistemare persone molto vicine a Ruberto. Spietata la disamina del gip che nel decreto spiega il modus operandi non proprio ortodosso di Caserta e Ruberto di procedere alle assunzioni. Il primo sulla base dei progetti presentati da Ruberto , senza il necessario, preventivo impegno di spesa e senza che fosse stipulata la relativa convenzione tra la Fondazione e il Dipartimento al lavoro, avrebbe fornito un nulla osta generico, che ha consentito all’ex leader di Calabria etica di sistemare 251 persone sulla base di una procedura del tutto fittizia, bypassando le norme che sottendono ad un concorso pubblico. Assunzioni tutte illecite, scrive ancora il gip, avvenute tramite contratti nulli posti in essere tra il maggio del 2014 e gennaio 2015, con finalità illegali , “funzionali ai propri interessi personali, procurando un danno notevole alla Regione Calabria” per un importo pari a 361.354,65, di cui 185.259,83 euro in relazione al progetto “Potenziamento servizio di accompagnamento per rendere accessibile l’informazione sociale nelle aree interne”, 5.785 euro per quello relativo al “progetto Piano di comunicazione istituzionale”, 103.188,82 euro per il progetto “Responsabilità sociale delle imprese in Calabria” e 67.122,00 per il progetto “Sostegno alle politiche integrate a favore della famiglia”. L’inchiesta su Calabria etica è comunque destinata ad allargarsi, “un cantiere aperto” per usare una frase degli inquirenti e degli investigatori.

 

Gabriella Passariello

 

 

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