Ap vira verso il centrodestra. Trema il Pd calabrese

Sulla valutazione di Ap hanno certamente influito alcuni fattori determinanti inerenti lo stato del Pd. Innanzitutto la debolezza di Matteo Renzi. Per il Partito democratico calabrese potrebbe essere una catastrofe. Nel centrodestra però si presenta difficile anche la coabitazione tra due personalità della caratura di Occhiuto e Gentile
di Pa. Mo.
7 dicembre 2017
17:42

Se come si ipotizza si voterà il 4 marzo, in queste ore il livello di fibrillazione politica è destinato a salire. Lo scenario politico nazionale è squassato da continui colpi di scena. L’ultimo in ordine temporale è stato la ritirata dal campo di Angelino Alfano. Lo avevano preceduto Di Battista del M5S e Giuliano Pisapia che ha addirittura sciolto “Campo Progressista”.

 


Ma torniamo all’annuncio di Alfano. Una mossa che in molti, e non a torto, hanno letto come il preludio di un cambio di strategia nel risiko delle alleanze politiche in vista delle elezioni. E pare che, proprio nelle ultime ore, secondo autorevoli indiscrezioni la rotta della nave AP, stia virando decisamente verso il centrodestra. Chiaramente per una strategia di questo tipo la presenza di Alfano poteva rappresentare un ostacolo o addirittura essere ingombrante.
A questo punto si tratta di vedere come Ap sarà presente nello schieramento del centrodestra, se con il proprio simbolo, oppure se deciderà di confluire nella federazione centrista fortemente voluta da Berlusconi.

 

Sulla valutazione di Ap hanno certamente influito alcuni fattori determinanti inerenti lo stato del Pd. Innanzitutto la debolezza di Matteo Renzi e l’uscita di Pisapia unico vero ponte tra gli elettori di sinistra e il Pd di Renzi ha decisamente ridotto l’appealing del centro sinistra. E ancora, uno dei punti chiave del programma lo, ius soli, osteggiato in tutte le forme da Ap. Inoltre Berlusconi avrà alzato la posta delle garanzie, consapevole che, l’eventuale ingresso di Ap nella coalizione di centrodestra potrebbe tirare la volata al superamento del 40% per la coalizione. Inoltre in Ap è maturata la convinzione che l’alleanza con il centrodestra potrebbe anche incrementare gli stessi voti del partito essendo i suoi elettori tipicamente di centro.

 

Se il cambio di rotta di Ap rappresenta un grosso problema per il Pd nazionale, scendendo alle latitudini calabresi, potrebbe rappresentare una vera e propria tragedia. Ap, infatti, in Calabria detiene il consenso più forte e ben radicato su tutto il territorio regionale. La squadra calabrese guidata dai fratelli Gentile e da Piero Aiello sta facendo proseliti di peso su tutto il territorio regionale, una dote elettorale che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo ad alcuni candidati in pectore del Pd nei collegi, i quali cominciavano a nutrire la speranza che forse alcuni collegi uninominali si potessero conquistare. Il mancato ingresso di AP nella coalizione di centro sinistra, dunque, logorerebbe il già debole Pd Calabrese, letteralmente assediato da estimatori di Grasso, Bersani e D’Alema e già fortemente indebolito dalla defezione di De Gaetano a Reggio Calabria.

 

L’eventuale arrivo di Ap nelle file del centrodestra, tuttavia, provocherebbe qualche mal di pancia anche tra i notabili di questa coalizione. Nei collegi, infatti, si ridurrebbero gli spazi, il centrodestra dovrebbe cedere sovranità su Catanzaro e su altri collegi del territorio. Inoltre potrebbe rivelarsi difficile anche la coabitazione tra due personalità della caratura di Occhiuto e Gentile ma, la politica, spesso è fatta di convergenze ma, quasi sempre, di convenienze e, si sa, le convenienze politiche ti consentono di digerire le pietre e il marmo e, in questa fase, partiti, candidati, politici e politicanti, potrebbero digerire finanche le cave di marmo di Massa Carrara

Pa.Mo.

Giornalista
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