Aeroporti di Roma, il “cavallo di Troia” che potrebbe fermare la Sacal?

(AdR socio della Sacal, eredità di una delle tante sciagurate e illusorie scelte della classe politica del passato)
di Pasquale Motta
11 ottobre 2016
18:19

La gara bandita dall’Enac per la gestione unitaria degli aeroporti calabresi e la decisione del gruppo Sacal di presentare un’offerta in tal senso, rappresenta non solo una grande opportunità per il futuro dei maggiori scali della nostra regione, ma una radicale svolta storica nella visione economica e strategica delle politiche dello sviluppo in questa terra. Un progetto che, per la prima volta, guarda alla Calabria e, non, invece, alle Calabrie. Una visione quest’ultima che, insieme agli atavici problemi della nostra regione come la mala politica, la ‘ndrangheta, l’inadeguatezza della classe dirigente, rappresenta una delle maggiori piaghe del sottosviluppo della nostra terra. In due parole: il campanilismo esasperato.

 


Il presidente della Sacal Massimo Colosimo e lo stesso presidente della regione, Mario Oliverio, il quale, ha fatto sapere di condividere l’iniziativa della Sacal, hanno dimostrato dunque, di avere coraggio nel mettere in campo questa iniziativa.

 

La proposta della Sacal si propone di realizzare economia su larga scala, un network economico che intende mettere a disposizione il suo know how e mettere così a sistema la gestione dei tre aeroporti. Ieri sono pervenute tre offerte presso la sede dell’Enac, oltre a quella della Sacal. Due di queste, riguardano la gestione dell’aeroporto di Crotone e sono state presentate da Sagas e dal gruppo IGreco, della quarta proposta, invece, non si hanno notizie. I ben informati sostengono che ci sia una proposta di AtlantiaSPA, una società dietro la quale si nasconderebbe una manovra di Aeroporti di Roma.

 

A questo punto, bisogna fare qualche passo indietro per comprendere quali possono essere le insidie, le trappole o i complotti per impedire a Sacal e, quindi, alla Calabria, di fare il salto di qualità nel sistema del trasporto aeroportuale. Aeroporti di Roma è socio della Sacal con il 16.5%, ciò in conseguenza di una delle tante sciagurate e illusorie scelte della classe politica del passato, quando cioè si credeva che la Calabria potesse crescere affidandosi ai colonizzatori calati dall’alto. Un vizio questo che, non solo non ci ha portato da nessuna parte ma, cosa più grave, spesso ci ha impedito di crescere.

 

Per fortuna i progressi della Sacal portano la firma di una management tutto calabrese e ciò, grazie anche ad una congiuntura favorevole che, nei fatti, ha impedito quello che, purtroppo, è successo negli altri due scali calabresi, ovvero, il fallimento delle relative società di gestione. Sacal, qualche giorno fa, ha sottoposto il piano economico dell’offerta alla sua assemblea dei soci, incassando il via libera, dalla quasi totalità dell’assemblea, ad esclusione della banca Carime, la quale, ha addotto problemi relativi al riassetto societario e da parte di aeroporti di Roma, i quali, si sono astenuti. Proprio quell’astensione di Aereoporti di Roma, suscita non pochi sospetti.

 

Se alla Sacal l’Enac affiderà la gestione dei due aeroporti calabresi, infatti, per ironia della sorte, diventerebbe un pericoloso concorrente proprio di Aeroporti di Roma, attualmente tra le maggiori società di gestione aeroportuali d’Europa. Il rischio, dunque, che aeroporti di Roma potrebbe trasformarsi in questa vicenda in un insidioso “cavallo di Troia” a danno proprio di Sacal è molto alto.

 

Pasquale Motta

Giornalista
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