Verso le elezioni, Ernesto Alecci (Pd): «Basta votare chi poi sparisce» (VIDEO)

Bagno di folla per il sindaco di Soverato che presenta la sua candidatura al Parlamento
di Rossella  Galati
18 febbraio 2018
15:30

É ancora una volta protagonista la “politica del fare” nella presentazione della candidatura nel listino proporzionale alla Camera del Partito democratico (Calabria Sud) del sindaco di Soverato Ernesto Alecci. L'appello al voto si riassume in quel “diamoci una possibilità” con cui si apre e si chiude un incontro che diviene significativo della capacità di aggregare che ha distinto l'operato del giovane politico calabrese. A dimostrarlo la riunione simbolica attorno a sé dell'intera amministrazione comunale di Soverato ma anche dei dipendenti comunali, dei rappresentanti delle associazioni e delle forze politiche anche opposte a quello del suo partito.
Nel suo lungo monologo rimane fermo il richiamo all'appartenenza ad un territorio che rivendica un'inedita possibilità di rialzarsi,  allontanando nuove colonizzazioni esterne.

La scelta di scendere in campo

«La mia candidatura arriva in risposta a quella in Calabria di Matteo Salvini – spiega Alecci - di cui non possiamo da calabresi dimenticare l'incoerenza e il disprezzo pubblicamente urlato contro la nostra terra non degna, secondo lui, di rimanere in Italia. Oggi però tutto sembra cambiato e lui come altri spera di raccogliere i voti dei calabresi per raggiungere un suo scopo, aizzando le folle puntando il dito su quell'Europa di cui fa parte in veste di europarlamentare ma che non ha contribuito a cambiare. Mi sono candidato nel momento peggiore e ho scelto di farlo con un partito, quello del PD, di cui non condivido tutto. I cambiamenti però si fanno dall'interno e il vero voto di protesta è quello a cui il cittadino affida un significato non quello per un partito, come quello dei 5Stelle, che ha un leader che si veste di santità con la presunzione di etichettare tutto ciò che sta all'esterno del suo partito come il “male dell'Italia”,  per poi scoprire che all'interno delle liste da lui costruite non è stato capace di escludere candidati a cui chiede di promettere le dimissioni prima ancora che vengano eletti. L'Italia ha bisogno di un Governo che assuma le proprie responsabilità e quello appena concluso comunque lo ha fatto, approvando delle leggi che ritengo tra le più importanti: quelle del “dopo di noi”, quella sul femminicidio e sul falso in bilancio».


 

 

"Diamoci un'opportunità"


Scendendo nell'analisi delle liste che il suo collegio è chiamato a votare, Alecci chiede di riflettere sull'importanza di avere una diretta rappresentatività che sia indipendente e pronta a rispondere ai cittadini: «La possibilità di cui parlo è quella di avere qualcuno che abbia voglia realmente di rappresentare questo territorio in Parlamento. Badate bene questo al di là che si sia maggioranza o minoranza,  perché fino ad oggi nessuno lo ha fatto men che meno i 5Stelle che oggi hanno come capolista al proporzionale parlamentari che fattivamente non hanno fatto nulla per il territorio e con cui la maggioranza degli elettori non ha mai avuto un contatto diretto».

La politica del fare

«Chi ci ha voluto mettere da parte ha sempre approfittato delle divisioni del nostro territorio - prosegue Alecci - e oggi ci vogliono far credere che la protesta può essere manifestata solo indirizzando il voto ad un partito. Io credo che il vero dissenso si manifesti scegliendo quale politica si vuole per il nostro Paese: quella delle strategie, delle alleanza, delle parole o quella del “fare”. Sono sulla carta il terzo di un listino in cui sopra di me ci sono due candidati che hanno grandi possibilità di essere eletti nei loro collegi uninominali: il professor  Antonio Viscomi e il ministro Marianna Madia che con umiltà accetta quel secondo posto pronto a cedere a me qualora venga eletta nel collegio uninominale a Roma, roccaforte del Pd anche nella vittoria dei 5stelle. Non credo che sarà facile avere in futuro una possibilità simile. Diamoci allora questa opportunità il vero voto di protesta è quello che ci permetterà di essere rappresentati».

R.G.

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