Marino (Fiom) a muso duro: “Basta promesse in campagna elettorale”

Il segretario dei metalmeccanici pensa che si stiano trascurando le reali emergenze calabresi
di Agostino Pantano
19 gennaio 2018
14:56

In questi giorni, in vista delle elezioni politiche c'è una rincorsa a chi la spara più grossa”. Non è tenero il segretario della Fiom-Cgil di Gioia Tauro, Pasquale Marino, che in una nota sul conto dei politici dice che lanciano “proposte e promesse che sanno di non poter mantenere, con l’obbiettivo di accaparrarsi qualche voto in più, giocando sulla disperazione e sul bisogno delle persone”. Una premessa nazionale dura che serve al sindacalista per esprimere forte preoccupazione per “l'evoluzione delle crisi in Calabria, e in modo più visibile nella Piana di Gioia Tauro. Crediamo che la politica tutta debba passare dalle promesse che si fanno in campagna elettorale ai fatti concreti, per evitare che la nostra Regione sia vista solo come bacino di voti cui attingere, bistrattata e abbandonata al proprio destino, una Regione senza una rotta e senza idee politiche”.

Marino snocciola poi i dati: “Basti pensare che oggi la disoccupazione in Calabria si aggira intorno al 24% , mentre quella giovanile ha raggiunto il 58,7%, la disoccupazione femminile al 28% e che in Calabria hanno chiuso 11.704 aziende (quasi 33 al giorno). E mentre i calabresi onesti si leccano le ferite per il dramma che vivono, dall’altra parte l’unica Holding che non sente la crisi e aumenta il fatturato, diventando sempre più influente e invasiva, anche in politica, è la Ndrangheta, che fattura circa 52,6 miliardi all’anno, il 3% del Pil Italiano”.


 

Per Marino “c’è bisogno di una terapia d’urto messa in campo dal Governo Nazionale e da quello Regionale. Si devono produrre le condizioni per la creazione di nuovo lavoro, attraverso investimenti pubblici e privati, partendo dalle aziende sotto il controllo del Ministero dell’economia come ENEL, ENI, FINMECCANICA per ricostruire la fiducia che possa attrarre altri investitori Italiani e stranieri”.

 

Il segretario, infine, cala la sua analisi nelle esigenze del territorio. “La priorità massima – conclude - rimangono il Porto di Gioia Tauro e l’Area 72% del Pil calabrese. Occorrono posizioni e decisioni precise su cosa pensa il Governo Nazionale del Porto di Gioia Tauro e delle sue aree industriali”.  

Giornalista
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