Aeroporto Reggio, è scontro tra Alitalia e Oliverio

L’amministratore delegato della compagnia formula accuse pesantissime nei confronti della Regione. Il Governatore dal canto suo risponde per le rime precisando come sia “assolutamente infondata l’assenza di una disponibilità della Regione al confronto”
di Riccardo Tripepi
15 marzo 2017
21:59

Volano gli stracci tra l’amministratore delegato di Alitalia Cramer Ball e il governatore Oliverio. Il primo ha formulato accuse pesantissime nei confronti della Regione, indirizzando una lettera al presidente della giunta per spiegare la decisione della compagnia di abbandonare l’aeroporto di Reggio. Il secondo gli ha risposto per le rime invitandolo a non addossare scelte della Compagnia alla Regione, spiegando la posizione dell’Ente con un’altra lettera postata anche sul proprio profilo facebook.

 


Secondo l’a.d. di Alitalia Ball, la compagnia vanterebbe un credito nei confronti della Regione per 1,853 milioni di euro. Non solo. La Regione non avrebbe tenuto fede alle promesse fatte nel corso degli ultimi 15 mesi, né sarebbe stato emanato il bando pubblico regionale per il quale Alitalia non aveva manifestato interesse a causa delle osservazioni della Comissione europea, non disposta a concedere ulteriori incentivi.

 

Le accuse di Alitalia. “Sin dal dicembre 2015 il nostro management ha incontrato a più riprese - da ultimo lo scorso 8 febbraio - sia lei che suoi delegati e rappresentanti degli enti locali interessati – scrive Ball ad Oliverio - In ogni occasione la compagnia ha rappresentato l'insostenibilità degli operativi, pur assicurando piena disponibilità a proseguire le operazioni a fronte di un forte coinvolgimento istituzionale nella ricerca di misure idonee a garantire la continuità dei voli ed evitarne la chiusura. Purtroppo in ben quindici mesi non si è registrato alcun sostanziale progresso a riguardo. Ad oggi Alitalia vanta nei confronti della Regione crediti per 1,853 milioni di euro”, ma ribadisce di poter “valutare eventuali nuovi scenari, misure e forme di incentivazione di immediata attuazione” per ripristinare “in maniera sostenibile” i voli con Reggio Calabria”.

 

Per quel che riguarda il credito vantato dalla Compagnia, Ball precisa che esso è da considerarsi relativo “ad attività di marketing scadute ormai da due anni”. Sul pagamento di queste somme “Alitalia ha ricevuto rassicurazioni, ma oltre ad essere lontani dal compensare le perdite della compagnia gli impegni non si sono comunque mai concretizzati”. Nella lettera si ricorda poi come nel dicembre 2016 la Regione si era impegnata a “facilitare eventuali soluzioni per il trasferimento del personale Alitalia attualmente impiegato presso l'Aeroporto Tito Minniti ad una società di handling terza, con conseguente riduzione dei costi per circa 2 milioni di euro”.

 

Anche questa una promessa disattesa. Ball conclude la sua lettera dando la disponibilità a proseguire nell’attività a Reggio solo “in regime di continuità territoriale, come già fatto in passato sulla rotta Torino-Reggio Calabria fino al 2014”, ricordando che il riconoscimento della continuità dipende “esclusivamente dagli enti locali e dalle istituzioni nazionali preposte”.


La replica di Oliverio. Il presidente della Regione nella sua replica, con la quale ha pure sottolineato l’importanza dell’apertura fatta da Alitalia, ha precisato però come sia “assolutamente infondata l’assenza di una disponibilità della Regione al confronto. Nel corso di questi mesi è stata Alitalia che ha manifestato una scarsa volontà di dare sbocchi positivi al confronto”.

 

In relazione al credito da quasi due milioni, Oliverio specifica: “la stessa rivendicazione di un credito pregresso è utilizzata strumentalmente. Si tratta di un credito vantato per un’attività di marketing svolta nel 2013-2014 per il quale abbiamo riavviato le procedure burocratiche. Sono costretto però a ricordarle che solo il 7 marzo u.s Alitalia ha completato la documentazione necessaria per il pagamento. Non c’è alcun dubbio sulla disponibilità della regione ad onorare debiti assunti da altri; ma nessuno può pensare che questo possa diventare una sorta di “buonuscita” per l’abbandono dello scalo”.



Riccardo Tripepi

Giornalista
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