Regione, Viscomi: «La fusione dei Comuni un passo verso la modernizzazione»

Il vicepresidente della Giunta regionale: «La questione della fusione dei comuni è solo una parte di una più ampia strategia di ridefinizione dell'assetto amministrativo delle autonomie locali, rispetto al quale sono stati oggetto di discussione in questa Commissione uno o più disegni di legge»
14 dicembre 2016
17:30

"L'attuale articolazione delle amministrazioni comunali in Calabria - segnata dalla presenza di 409 comuni, di cui più della metà con meno di 3000 abitanti - non è pienamente idonea ad affrontare le sfide di una necessaria modernizzazione orientata alla riqualificazione dei servizi resi ai cittadini, alla razionalizzazione dei costi, alla riduzione dei rischi di infiltrazione criminale ed al contrasto alle pratiche corruttive".

 


Lo ha affermato, è scritto in una nota, il vicepresidente della Giunta regionale Antonio Viscomi nel corso dei lavori della prima Commissione del Consiglio regionale in merito alla posizione della Giunta sulla questione delle fusioni dei comuni.   

 

"In questo contesto - ha aggiunto - la Giunta reputa che la doverosa tutela delle comunità locali, patrimonio essenziale sul piano culturale ed identitario, ma anche funzionale alla stessa tenuta della coesione sociale, possa e debba essere meglio assicurata da una necessaria ridefinizione dell'assetto delle amministrazioni locali orientata nel senso predetto. La Giunta ritiene che i processi di fusione siano un significativo passo in avanti nella prospettiva indicata, se e a condizione che gli stessi processi trovino fonte ed origine in dinamiche democratiche tali da valorizzare l'apporto partecipativo delle comunità locali. Ritiene opportuno distinguere i processi di aggregazione funzionale - destinati ad integrare, sulla base di modelli ispirati a sistemi di sussidiarietà differenziata, le specificità delle politiche pubbliche e le caratteristiche territoriali di riferimento e che pertanto invocano un ruolo proattivo e definitorio dell'ente regionale (basti pensare ai distretti per le politiche sociali o ai sistemi locali del lavoro, giusto per fare qualche esempio) - e processi di fusione che invece devono trovare impulso, genetico e funzionale, nelle stesse comunità locali. Per questo, la Giunta esprime grande attenzione e, al contempo, grande rispetto per l'autonomia delle dinamiche politiche che governano i processi di fusione. In questa prospettiva, la Giunta reputa opportuno che l'autonoma iniziativa politica in materia di fusioni tra comuni sia accompagnata e sostenuta da un coerente assetto ordinamentale in grado di delineare un percorso guidato che assicuri solidità giuridica ed istituzionale al processo di fusione.

 

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A tal fine ritiene opportuno operare fattivamente per la definizione di una legge a carattere procedurale che definisca regole omogenee per la disciplina delle fusioni: basti pensare, tanto per fare un esempio, alla distribuzione dei poteri di impulso tra Giunta e Consiglio, alla necessità di un documento di riferimento che attesti la sostenibilità economico-finanziaria del progetto di unificazione, alla definizione dei tempi di svolgimento dell'intero processo di unificazione, alla individuazione del bacino elettorale di riferimento. A tal riguardo, anticipo fin d'ora la volontà della Giunta di intervenire, oggi stesso, con un emendamento al collegato alla legge di stabilità che sarà discussa in Commissione Bilancio, al fine di riassegnare un ruolo centrale alla volontà popolare espressa in ognuno dei comuni interessati al processo di fusione al fine di evitare che quest'ultimo possa tradursi in una sorta di annessione forzosa. 

 

Infine, la Giunta ritiene che la questione della fusione dei comuni sia solo una parte di una più ampia strategia di ridefinizione dell'assetto amministrativo delle autonomie locali, rispetto al quale sono stati oggetto di discussione in questa autorevole Commissione uno o più disegni di legge. La Giunta ritiene che la valorizzazione delle autonomie locali, e delle loro reti organizzative, costituisca momento fondativo dell'assetto democratico e strumento di promozione dei servizi ai cittadini in una logica di prossimità e di sussidiarietà. Per queste ragioni, la Giunta, pur ritenendo prerogativa della funzione politica e di indirizzo del Consiglio la formulazione del disegno di riassetto ordinamentale, non farà mancare il suo supporto per assicurare che le soluzioni politiche possano trovare corretta formulazione sul piano giuridico-istituzionale, anche invocando, ove necessario, la collaborazione delle strutture tecniche governative incaricate di seguire i processi ordinamentali regionali nonché di autorevoli rappresentanti del sistema universitario regionale, con i quali già sono state avviate le necessarie interlocuzioni".   

 

"Uno storico catanzarese, Augusto Placanica - ha concluso Viscomi - ha scritto che natura e cultura hanno diviso i calabresi tra loro e con il resto del mondo. E' ambizione della Giunta regionale operare affinché la tutela delle comunità locali, della loro identità, della loro storia e del loro patrimonio relazionale e culturale, sia assicurata da più solide reti organizzative e amministrative in grado di aumentare i servizi ai cittadini, che costituiscono il metro ultimo della validità delle riforme auspicate".

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