Cosenza, recital di Cauteruccio per la Madonna del Pilerio

Lo spettacolo del regista sarà ospitato nella Cattedrale. L'allestimento si basa su suoi testi originali e su testi del noto poeta di Acri Vincenzo Padula
di Redazione
7 febbraio 2017
23:01

Porta la firma del regista cosentino Giancarlo Cauteruccio, il recital in dialetto calabrese “A Madonna di Pilieri” in programma giovedì 9 febbraio, alle ore 18,30, nella Cattedrale di Cosenza. Lo spettacolo nasce dalla suggestione dell'importante icona della Madonna del Pilerio ed è concepito con lo scopo di poter rilanciare alcuni temi che stanno molto a cuore all’artista calabrese e che riguardano la sua terra d'origine.

 


Nello spettacolo Cauteruccio affronta la lingua calabrese, non nelle sue valenze dialettali, ma in quanto potente energia espressiva ed elemento di profonda appartenenza per un artista-migrante quale egli ritiene di essere. L'allestimento si basa su suoi testi originali e su testi del noto poeta di Acri Vincenzo Padula. La voce di Cauteruccio è supportata dalle sonorità di un giovane ensemble del Conservatorio di musica “Giacomantonio” di Cosenza, diretto dal Maestro Claudio Tommaselli. Giancarlo Cauteruccio, che ha ideato il progetto e che ha firmato la regia, declamerà dal centro dell'Abside della Cattedrale i suoi testi e quelli di Padula con la sua voce roboante.


«La Madonna del Pilerio – ha spiegato Cauteruccio nella conferenza di presentazione – è una delle Madonne del latte. La Madre è la prima fonte di nutrimento, di donazione, di accoglienza. In questa sua naturale azione esprime la sua forza e il legame che stabilisce con il mondo, così come avviene con l'opera di Ambrogio Lorenzetti nella sua Madonna del Latte del 1324, del Palazzo Arcivescovile di Siena, e con La Vergine di Jean Fouquet del 1452. La mia performance parlerà la mia lingua originaria. Mi farò aiutare dalle parole straordinarie di Vincenzo Padula che ha ispirato la mia scrittura. Accanto a me ci saranno le mamme che verranno ad allattare i propri figli, sedute, accanto a me, come le antiche donne calabresi davanti all'uscio delle loro case, come arcaiche guardiane. “Pilerio”, infatti, potrebbe anche derivare dalla parola greca “puleròs” che sta per guardiano/custode della porta».

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