Tutti gli articoli di Spettacolo
PHOTO
Sono passati 45 anni da quando a largo della costa di Riace Marina, a Porto Forticchio, in una mattina d’estate il sub Stefano Mariottini avvista sul fondale due statue. A 300 metri dalla costa, 8 metri di profondità, due bronzi alti rispettivamente 1.98 metri e 1.97 metri, del peso di 400 kg vengono segnalati al soprintendente Giuseppe Foti e recuperati il 21 agosto 1972. Riemerge prima il "Bronzo B" poi il "Bronzo A", successivamente rinominate "il vecchio" e il "giovane".
Realizzate attorno alla metà V secolo a.C., con una differenza di circa un trentennio l'una dall'altra, le due statue presentano stilemi dorici, tipici del Peloponneso o dell'occidente greco. Resta incerta la loro identificazione: divinità o guerrieri o forse ancora i figli del re Laio, Eteocle e Polinice, del noto ciclo tebano. Mistero anche sul relitto che li trasportava, mai ritrovato, così come su altri reperti significativi. Questioni che alimentano teorie che lasciano aperti molti spazi interpretativi sulla loro storia.
Il restauro
Due gli obiettivi principali: la pulizia e la conservazione delle patine esterne e il tentativo di svuotamento della terra di fusione dall’interno delle statue. Dopo un primo intervento conservativo effettuato dalla Soprintendenza di Reggio Calabria, i Bronzi partono per Firenze dove, tra il 1975 e il 1980, subiscono una lunga operazione di restauro a cura dell'Opificio delle Pietre Dure. Gli interventi continuano nel laboratorio del Museo di Reggio dal 1992 al 1995. Quando questo chiude per i lavori di ristrutturazione nel 2008, si pone il problema del trasferimento delle due statue per la continuazione degli interventi conservativi. Alla fine si decide di non spostarli da Reggio Calabria ma semplicemente di trasferirli in un laboratorio appositamente allestito presso il Consiglio Regionale dal 2010 al 2013.
!banner!
L’esposizione
La prima visione al pubblico avviene dal 15 dicembre del 1980 al 24 giugno del 1981 al Museo archeologico di Firenze.
Per volere del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, le due statue vengono poi esposte al Quirinale dal 29 giugno al 12 luglio del 1981. Successivamente i Bronzi rientrano al museo di archeologia di Reggio Calabria e qui sono collocati su basi di sicurezza targate Enea, protettive anche contro terremoti di forte intensità.
I bronzi oggi
È il livello D dell'esposizione permanente del Museo archeologico di Reggio Calabria (MarC), restituito alla città nella il 30 aprile del 2016 a ospitarli in una sala dedicata. Sono due opere straordinarie divenute ormai simbolo del Museo archelogico di Reggio Calabria, che non è solo costituito dai Bronzi, come aggiunge il direttore Carmelo Malacrino, ma « è la storia antica di un'intera regione, la Calabria, protagonista della magnifica storia della Magna Grecia e oggi realtà in continua crescita in tema di beni culturali e paesaggistici». Un’attrattiva turistica trainante anche per il sottosegretario Dorina Bianchi.