Alcolismo, se ne parla a Soveria Mannelli

L’evento è rivolto ai cittadini, alle agenzie educative, alle forze dell’ordine e a quanti operano, a vario titolo, nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione
5 dicembre 2016
10:51

E’ in programma per domenica 11 dicembre, il convegno “Alcolismo: possibilità di recupero. Il Cat a Soveria Mannelli”.

L’evento, promosso nella sala convegni dell’ex Mercato coperto di Soveria Mannelli dalle 16, è rivolto ai cittadini, alle agenzie educative, alle forze dell’ordine e a quanti operano, a vario titolo, nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione. E'organizzato dall’associazione Pro loco di Soveria Mannelli, insieme all’Arcat Calabria, alle porte delle festività Natalizie, proprio nel periodo in cui l’uso e abuso di alcol miete il maggior numero di vittime. Ha ricevuto il patrocinio e la preziosa collaborazione dell’Amministrazione comunale della Città di Soveria Mannelli e dell’Aso di Catanzaro, unendosi agli organizzatori per puntare l’attenzione su un argomento ancora una volta sottovalutato.


 

“L’alcolismo è un problema complesso” commenta Bruno Villella, volontario e insegnante Cat di Soveria Mannelli e componente del Consiglio direttivo della Pro loco di Soveria Mannelli “che mette in luce le varie facce della fragilità umana; è un problema che riguarda in percentuale maggiore i nostri territori montani, i nostri paesi, il nostro vicino di casa, noi e le nostre famiglie. Ecco perché è necessario parlarne ed offrire possibilità di miglioramento.” 

 

Il convegno, organizzato da Associazioni di promozione territoriale e volontariato sociale e da enti pubblici, vuole perciò sensibilizzare indicando quali sono gli organismi che si occupano di questo problema per coordinarsi ed offrire concretamente possibilità di cambiamento.

 

“Chi beve, perdendo di lucidità,” conclude Antonio Ferrante, presidente della Pro loco di Soveria Mannelli “può, non solo, arrecare danni fisici e psichici a se stesso ma anche agli altri, cominciando dalla famiglia che può attraversare momenti fatti di sofferenza, vergogna, disperazione, impotenza, ritiro sociale. La famiglia, e più in generale la comunità allargata, ha il diritto di avere delle realtà pronte a sostenere il cambiamento ed al tempo stesso il dovere di aiutare emotivamente e fattivamente chi ha necessità di essere spronato a vedere l’altra faccia del cubo: la vita con le sue innumerevoli possibilità di miglioramento”.

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