Terrorismo, le frasi shock dell’aspirante jihadista: «L’Isis è buono, l’Isis per me è Dio» (VIDEO)

Ossessionato dallo Stato islamico e dalla sua interpretazione del Corano, l’uomo fermato a Crotone visionava, nella sua stanza dello Sprar, video inneggianti la guerra santa
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20 giugno 2017
10:10

Deluso... amo questo coltello nelle tue mani .... oh Dio con questa fede ti seguirò e con le mie gambe se Dio mi darà il senno prenderò gli infedeli dalla coda ...” . Il verbo di Daesh pronunciato nello Sprar di San Nicola dell’Alto. Hussien Abbs Hamyar, l’aspirante jihadista finito in arresto all’esito delle indagini della Dda di Catanzaro e della Digos di Crotone, esaltava la giustizia del Califfato.

 


All'interno della propria stanza dello Sprar, anche in presenza di altri ospiti visionava ed ascoltava quotidianamente, a volume alto, video riconducibili all’Isis e inneggianti la Jihad. E dopo l'attentato terroristico di Manchester del 22 maggio rideva e si dimostrava compiaciuto pronunciando più volte la frase "Allah Akbar" (Allah è grande) e frasi dal tenore: “L’Isis è buono, l’Isis is my life, l’Isis per me è Dio…”.

 

In passato aveva fatto parte di Hebolllah, la struttura paramilitare libanese divenuta poi partito di estrazione sciita, conducendo una vita rigorosamente ancorata ad una rigida interpretazione dei precetti musulmani. Protagonista di una progressiva radicalizzazione, emerge come Hussien abbia mantenuto fin dall’inizio un atteggiamento di aperta intransigenza nei confronti degli altri ospiti dello Sprar che mantenevano, secondo lui, una condotta di vita non rispettosa dei più integralisti precetti religiosi musulmani. Addirittura era arrivato sul punto di sgozzare un residente dello Sprar perché aveva pronunciato parole di condanna verso l’Isis.

 

In una conversazione intercettata fa riferimento al suo peso all'interno della moschea di Crotone, dove è solito recarsi in occasione della preghiera del venerdì. Hussien riferisce al suo interlocutore di avere il controllo della moschea, ove evidenziando il peso della sua figura all'interno della comunità musulmana: “ho il controllo di una moschea, parlo davanti ad altre persone...se non fai così qui non ti rispettano ... hanno paura di guardarmi...".

 

In un’altra conversazione riferisce alla sorella che, nonostante qualcuno gli abbia chiesto di rientrare nel suo paese d'origine per fare la guerra santa, è necessario che in questo momento egli rimanga dove si trova, in quanto la sua missione, come sopra detto, è quella di redimere gli infedeli, riferendo espressamente che a queste persone dovrebbe essere tagliata la gola ... "...sono cosi impuri che anche se leggi il Corano loro non hanno voglia di ascoltarti… ".

 

Per Hussien la legge del sedicente Stato Islamico era più importante d’ogni altra cosa: "Non cambio mille bambini per una lettera del Corano, se Dio non mi accetta… che cos'è il padre, che cos'è mia madre che cosa sono i bambini… muoiono loro, muoio anch'io e nell'aldilà perdo tutto, adesso io sono su questa strada".

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