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Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra l'operazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni per il contrasto alla pedopornografia. ANSA/POLIZIA EDITORIAL USE ONLY
È coinvolto anche il magistrato Gaetano Maria Amato, 58 anni, nell’inchiesta della Procura di Trento che ha portato alla luce una presunta rete di pedofili. 10 arresti e 47 perquisizioni e sigilli a ingente materiale informatico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori. È questo il bilancio dell’operazione condotta tra Bolzano e Trento.
La notizia dell’arresto del giudice della Corte d’Appello di Reggio Calabria era stata diffusa il 2 ottobre scorso.
Le indagini
Le indagini, condotte dalla polizia postale di Bolzano e coordinate dal pm trentino Davide Ognibene, sono iniziate circa un anno e mezzo fa dall'analisi del pc di un uomo di 40 anni, altoatesino, residente in val Pusteria.
Le sue dichiarazioni hanno insospettito gli investigatori della Polizia delle Comunicazioni i quali hanno individuato, tra le prove digitali del computer sequestrato, un intenso utilizzo dell'applicazione Voip ed una rubrica composta da un centinaio di contatti dislocati su tutto il territorio nazionale.
Gli investigatori sono riusciti, attraverso l'utilizzo di particolari software, a ricostruire moltissime conversazioni dalle quali emergeva la morbosità degli interlocutori nei confronti di pratiche sessuali con minorenni. L'uomo é risultato essere il fulcro di una rete con oltre un centinaio di contatti con i quali lo stesso, a volte presentandosi come madre di una bambina minorenne, affermava di essere attratto sessualmente da bambini . Gli investigatori riescono a tirare le fila su ben 48 persone coinvolte le cui attività di produzione e condivisione di materiale illecito prendono il via in Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna.