Reggio, aggredirono brutalmente anziano per estorcergli denaro: arrestati

Tre complessivamente le misure cautelari applicate. Rispondono a diverso titolo di lesioni personali gravi, tentata estorsione e calunnia aggravata
di Redazione
7 marzo 2018
13:35

Al termine di complesse ed articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, gli investigatori della Squadra Mobile hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari a carico di: Renato Quattrone, 53 anni, indagato per tentata estorsione aggravata in concorso, lesioni personali gravi aggravate e calunnia aggravata (custodia cautelare in carcere), Giuseppe Turoni, 47 anni, indagato per tentata estorsione aggravata in concorso (misura cautelare degli arresti domiciliari) e Carmelo Ficara, 61, indagato per tentata estorsione aggravata in concorso (domiciliari).

I fatti

I fatti risalgono al 2015, quando nella città dello Stretto un uomo anziano veniva brutalmente aggredito con calci e finanche con l’uso di un tirapugni, subendo gravi lesioni, consistenti in un trauma cranico e nella frattura del femore, a causa delle quali riportava l’indebolimento permanente della gamba destra con impossibilità di deambulare correttamente.


Le indagini

Le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno accertato che l’aggressione scaturiva da un’illecita richiesta estorsiva del pagamento di un’ingente somma di denaro come corrispettivo ulteriore (3mila euro), rispetto alla somma pattuita (30mila euro) per la realizzazione da parte del Renato Quattrone, imprenditore edile, dei lavori di rifinitura di uno stabile di proprietà dei figli della vittima medesima.


Nel corso delle indagini è stato acclarato che il Quattrone si è servito degli altri due indagati per rivolgere minacce implicite contro tutto il nucleo familiare della vittima attraverso il metodo della cosiddetta “ambasciata”. L’uomo, indagato anche per calunnia aggravata avendo denunciato i figli dell’anziana vittima per minaccia e lesioni, è soggetto gravato da numerosi precedenti penali.


Lo stesso, infatti, annovera condanne penali per furto, rapina, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione, ricettazione ed associazione a delinquere di stampo mafioso, essendo stato ritenuto, con sentenza definitiva della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria (operazione “Olimpia”), intraneo alla cosca di ‘ndrangheta Serraino, egemone nel Reggino.

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