Pino Galati: “la Procura di Reggio chiarisca alcuni aspetti sconcertanti dell’inchiesta Alchemia”

Dopo l’archiviazione avanzata dalla Procura reggina nei confronti del parlamentare lametino, nel corso della puntata “Pubblica Piazza” che andrà in onda stasera alle 23:30 sul canale 19 di LaC, il politico centrista, chiede chiarezza su alcuni aspetti del suo coinvolgimento nell’operazione “Alchemia”. “Voglio capire se si vuole coprire qualcuno”, ha affermato nell’intervista rilasciata al direttore di lacnews24.it
di Pasquale Motta
21 luglio 2017
18:49
Il direttore Motta e il parlamentare Galati
Il direttore Motta e il parlamentare Galati

Nel corso della registrazione della puntata Pubblica Piazza che andrà in onda stasera alle 23:30 su La C, ho intervistato, l’onorevole Pino Galati, nel corso della lunga intervista che ha spaziato su tutti i temi della politica, in apertura della puntata, su mia richiesta si è soffermato sulla vicenda giudiziaria che lo aveva colpito alcuni mesi fa, nel contesto dell’operazione “Alchemia” che portò all’arresto del senatore Caridi. Una interessante chiacchierata che contiene elementi sui quali riflettere.  Il Gip della DDA del Tribunale di Reggio Calabria, il dottor Santoro, infatti, ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura distrettuale reggina nei confronti dell’onorevole Giuseppe Galati in relazione all’imputazione di corruzione aggravata, nell’ambito di quel procedimento penale. Al parlamentare calabrese veniva contestato di avere ricevuto da parte di Girolamo Giovinazzo e Rocco Politi, l’offerta di un’utilità avente valore economico in cambio del suo intervento per sbloccare dei lavori edili sospesi perché eseguiti in zona vincolata, nel territorio di Roma. In relazione a questa imputazione il pubblico ministero aveva formulato la richiesta di arresto, che il Gip aveva rigettato, perché “aveva ritenuto che non vi fosse prova del nesso sinallagmatico tra il “favore” richiesto al parlamentare ed il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio”.

 

Gli elementi "sconcertanti"

“Il Gip, -esordisce Galati- aveva già respinto la richiesta formulata dalla Procura”, tuttavia -prosegue Galati- la cosa più terrificante e la cosa più immaginifica è che, in quei due incontri, io ho dimostrato che in quei due giorni io ero a Roma a votare alla Camera. Una circostanza, - prosegue il parlamentare lametino- che si poteva verificare con una semplice telefonata. Galati insiste poi su “due elementi che ritiene sconcertanti”, precisando che “parlo ora e non prima per il rispetto che ho per la Magistratura, che ritenevo dovesse fare il suo corso, però ora lo stesso rispetto che ho portato verso la Magistratura lo devo portare verso i cittadini, i miei elettori e quelle persone che mi conoscono. Quindi devo dire per intero queste cose”. E l’on. Galati, non ci va leggero. “Mille pagine di questa inchiesta sono piene di intercettazioni telefoniche, ambientali e fotografiche, -aggiunge- in quelle pagine durante la fase investigativa, a un certo punto, si suppone che ci doveva essere un incontro, tra me, Salvatore Caridi e un altro signore, dove si sarebbe dovuto parlare di questa eventuale pattuizione corruttiva, - e questo punto Galati è netto- io credo che un investigatore accorto avrebbe quanto meno dovuto predisporre un appostamento, e invece, niente di tutto questo. Una circostanza che mi ha lasciato sconcertato. Altra cosa sconcertante –prosegue- è il fatto che quel terreno fosse sotto sequestro giudiziale, il che significa, che il patto corruttivo non avrebbe dovuto avvenire con il funzionario della P.A. ma eventualmente con il Giudice che curava la curatela.”


 

“Leggerezza e superficialità nella fase dei riscontri”

Insomma Galati, sostanzialmente evidenzia una leggerezza e una superficialità nel fase dei riscontri, una leggerezza che, sottolinea, se non ci fosse stata, non sarebbe stato coinvolto. “Ma –aggiunge il parlamentare lametino- , il punto oggi è un altro”. E qui il suo ragionamento diventa interrogativo, consegnandoci una serie di domande che diventano pruriginose per qualsiasi giornalista curioso. Ricapitolando. La Procura chiede l’archiviazione e il proscioglimento per l’onorevole Galati, ma colpo di scena, conferma che il fatto, il tentativo cioè di un patto corruttivo ci sia stato comunque, a questo punto evidentemente con un altro politico, tant’è che, nella richiesta di rinvio a giudizio per gli altri imputati la circostanza rimane nell’impianto accusatorio. A questo punto l’onorevole Galati chiede che la Procura sul punto sia chiara. “Se la Procura ha chiesto la mia archiviazione –afferma deciso il deputato calabrese- ma conferma che comunque l’incontro sia avvenuto, a questo punto mi chiedo : chi è il politico che ha partecipato all’incontro? Se c’è stato un politico –aggiunge il deputato di ALA- che tra l’altro dovrebbe essere dell’area del PDL, in quanto si afferma nel carte dell’inchiesta che quel politico avebbe partecipato a un seminario a Gubbio 10 giorni prima, io per esempio ho dimostrato che a quel seminario Gubbio non ho mai partecipato, abbiamo il diritto di sapere chi sia. (…) “E allora mi chiedo: perché sono stato tirato in ballo io? E’ stato un errore? Oppure si vuole coprire qualcuno?”


Interrogativo inquietante. Galati poi riconosce alla Procura Reggina, di essere una Procura che sa riconoscere gli eventuali errori, “io credo che per il lavoro che hanno fatto, per senso della giustizia, per la serietà del lavoro che hanno svolto, questo fatto debba essere chiarito”. “Chiaramente, pongo questo interrogativo, non per coinvolgere qualcun altro, ma per capire cosa è successo fino in fondo. “E’ probabile per esempio, che ci siano state informazioni deviate, un’operazione di chiarezza da parte della Magistratura, dunque, non può che fare onore al prestigio della Magistratura stessa”. Interrogativi, dubbi, perplessità emergono da questa intervista che in qualche modo nei prossimi giorni ci auguriamo che qualcuno possa chiarire.


Pasquale Motta

 

Giornalista
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